Milano Stefania Bonaldi (nella foto) è uno dei sindaci in prima linea contro il decreto sicurezza. E questo oggi pesa a Crema, la cittadina sconvolta dal dirottamento del bus degli studenti. Esponente del Pd, impegnata per l'elezione a segretario di Nicola Zingaretti, Bonaldi oggi è uno dei sindaci più «di sinistra» della Lombardia e nei giorni scorsi era stata al centro di una polemica con l'assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato. Di fronte alla notizia che a Crema i richiedenti asilo era iscritti all'anagrafe con atti firmati personalmente dal sindaco, l'assessore (ed ex senatore) De Corato era intervenuto intimandole di applicare le norme, contenute in una legge promulgata dal presidente della Repubblica dopo l'ok del Parlamento. «Mi chiedo a quale titolo il sindaco interpreti a piacimento norme di legge che, invece, andrebbero soltanto applicate» aveva chiesto De Corato. Ma per la sindaco non era una certo una sorpresa, un'iniziativa clamorosa, dal momento che Bonaldi aveva schierato apertamente Crema al fianco dei Comuni «disobbedienti» contro il decreto Salvini. E il 5 dicembre al ministro dell'Interno aveva scritto una lunga lettera, facendogli presente che a Crema si contano in media 150 richiedenti asilo «in pratica l'equivalente di tre pullman» su 35mila abitanti.
E quando il collega di Luzzara, altro Pd, aveva vietato la «cattiveria» con un'ordinanza, lei lo aveva definito «un modo geniale per fare riflettere». «La foga a favore dei clandestini le ha fatto sfuggire i problemi reali» l'hanno attaccata i due sottosegretari all'Interno Stefano Candiani e Nicola Molteni. E ora qualcuno sussurra: «Crema diventerà leghista».AlGia
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