"Nessunn rimorso, nessun rimpianto". Anche se ci scappa il morto. Sono queste le parole d'ordine degli ultras che non ti aspetti: quelli del basket. All'indomani della morte del "secondo autista" del pullman che riportava a casa i tifosi del Pistoia dopo la gara di serie A2 contro il Rieti, la galassia web del "tifo cattivo" della pallacanestro non fa nessun passo indietro, anzi rilancia. Già da tempo le questure da Trieste a Trapani - dopo l'escalation di agguati degli ultimi anni - hanno stilato la "mappa del tifo violento degli hooligans del basket". Nella mappa si indicano come "particolarmente a rischio" proprio la tifoseria del Rieti, oltre a quelle di Trieste, Trapani, Varese, Cantù, Rimini, Roseto, Bologna, Forlì e Reggio Emilia: un dossier arrivato sul tavolo della Lega Basket che ha deciso di correre ai ripari adottando dal 5 ottobre una serie di misure mutuate dal calcio che in tema di risse, scontri e disordini fa purtroppo scuola. Si tratta di norme che prevedono da questo mese l'obbligo di emissione di biglietti nominali per tutti gli spettatori delle gare di serie A, A2 e B Nazionale e l'obbligo, per chi è in trasferta, di acquistare il biglietto entro le 19 del giorno precedente l'incontro. Una schedatura in stile "patente del tifoso" che non è piaciuta alle frange più estreme dei palazzetti che infatti il mese scorso si sono dati appuntamento davanti al Forum di Assago per contestare il "protocollo persecutorio". Ma quali sono le sigle che tengono in ostaggio le società di basket, esattamente come i "boss delle curve" ricattano i club calcistici? Nel recente sit in milanese, tra cori bellicosi e fumogeni, spiccavano nomi già noti alle Digos di tutta Italia ("Irriducibili", "Eagle", "Arditi", "Fedayn", "Fedelissimi", "Falange", "Diffidati", "Commandos", "Brigate", "No Daspo", ecc.). Poche centinaia di facinorosi capaci però di tenere in scacco intere società, mettendo a repentaglio la sicurezza della maggior parte dei tifosi civili. Tra questi criminali potrebbe annidarsi proprio chi due sere fa ha ammazzato Marianella. Un dramma estremo che però è solo l'ultimo atto di una serie di episodi dove solo per caso non ci sono stati altri morti, ma "solo" feriti (a volte gravissimi) a seguito di scontri fra opposte fazioni fra ultras di uno sport che, un tempo, era considerato tra i più pacifici. E che ora, in fatto di guerriglia, fa concorrenza perfino al calcio. Rimanendo ai casi più recenti, a novembre dello scorso anno la polizia di Trieste ha fermato sei persone per scontri; ad ottobre ultras di Treviso a volto coperto salirono sul bus dei tifosi di Mestre, prendendoli a bastonate. Quest'anno a Rieti, a marzo, ci furono scontri tra i tifosi di casa e quelli di Rimini: fra botte e cassonetti a fuoco, 15 romagnoli sono stati denunciati per incendio aggravato mentre a maggio, nei pressi del Palasport "Flaminio" di Rimini prima del derby Forlì-Rimini una rissa ha visto coinvolte una cinquantina di persone: 40 Daspo e sono state giocate a porte chiuse le restanti partite di semifinale playoff di A2. L'ultimo episodio il 9 ottobre, quando carabinieri e poliziotti impegnati per Roseto-Pesaro sono stati aggrediti con spranghe e sassi da 30 incappucciati.
L'ultimo episodio il 9
ottobre, quando carabinieri e poliziotti impegnati per la partita Roseto-Pesaro sono stati aggrediti con spranghe e sassi da 30 incappucciati. La Lega Basket sta pensando di fermare il campionato. Sperando che serva a qualcosa.