Dal Vaticano ai servizi segreti: così Conte ha costruito la sua rete di potere

Il premier in questi anni ha consolidato alcune colonne del potere reale: tra rapporti e simpatie, Giuseppi cerca la salvezza in Aula e pone le basi per un suo partito

Dal Vaticano ai servizi segreti: così Conte ha costruito la sua rete di potere

Sono ore cruciali per il futuro di Giuseppe Conte, aggrappato al "numero magico" dei responsabili che potrebbe salvargli la poltrona fino al 2023. Il premier è alla ricerca disperata di quelli che vengono definiti "costruttori", ovvero parlamentari situati in altri schieramenti che potrebbero votargli la fiducia per sposare un progetto con connotazioni ancora da stabilire. L'azione di raccattare i voltagabbana però non passa solo per il palazzo: c'è più di una regia che si muove dietro le quinte, in totale silenzio. Il tutto si basa su una rete di potere che il premier è riuscito a costruire in questi anni, da quando si è insediato a Palazzo Chigi.

Per convincere gli indecisi dovrà lanciare un segnale nel suo discorso alla Camera e al Senato. Magari non lo dirà esplicitamente, ma ci si aspetta che faccia riferimenti per una sua scesa in campo in occasione delle prossime elezioni, facendosi promotore di un proprio partito che guardi al centro e al mondo della Chiesa. Fino all'ultimo momento utile cercherà le espressioni giuste da utilizzare, decidendo cosa dire e cosa non dire. I rapporti che Giuseppi ha consolidato con servizi segreti, grandi aziende partecipate, Vaticano, sistema dell'informazione, Confindustria e sindacati contribuiranno alla nascita di una lista personale? Lo scopriremo vivendo, ma l'evidenza è che l'avvocato abbia rafforzato alcune colonne del potere reale.

La rete di Conte

Il generale Gennaro Vecchione, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, è visto come la personalità di maggior fiducia di Conte. Il quale in questi anni si è reso protagonista del parto di diversi contiani anche nel mondo della grandi partecipate: come riportato da La Stampa, vicini al presidente del Consiglio sono ritenuti Matteo Del Fante (amministratore delegato di Poste italiane), Michele Crisostomo dell'Enel, Fabrizio Palermo (presidente di Cassa depositi e prestiti) e Giuseppe Busia (nuovo capo dell'Anticorruzione). Con le parti sociali ha mosso qualche passo significativo: un partito di Conte - fanno sapere - avrebbe un ottimo rapporto con la Cisl. Da sottolineare che invece gli animi con Carlo Bonomi non sono mai stati ottimi, anche se il messaggio arrivato da Confindustria a Palazzo Chigi è stato chiaro: "La crisi deve essere risolta il prima possibile".

I rapporti con la Chiesa

Senza dimenticare che il premier guarda con grande simpatia Villa Nazareth, il collegio universitario nel quale ha conosciuto a suo tempo Pietro Parolin. Viene riferito che però il segretario di Stato del Vaticano in questa fase non sta godendo di ottimi rapporti con Papa Francesco. I politici italiani cercano comunque di salvaguardare i canali speciali con alcuni cardinali. Non a caso in questi giorni di crisi politica molti attori della scena religiosa si stanno muovendo. Tra questi spicca monsignor Giancarlo Bregantini, che ha lanciato un appello "al senso di responsabilità dei costruttori" per consentire a Giuseppi di proseguire la sua avventura al governo con una coalizione ampia.

L'arcivescovo di Campobasso-Bojano, intervistato da La Stampa, ha confessato di intravedere lo spazio per la nascita "di un partito a vocazione cattolica, ispirato al popolarismo cristiano". Una serie di riferimenti a cui oggi e domani Conte farà affidamento?

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