Da Venezia alle Cinque Terre: se la grande bellezza si paga

In Laguna e in Liguria si pensa di «contare» gli ingressi e far pagare un pedaggio. Ma è giusto?

Da Venezia alle Cinque Terre: se la grande bellezza si paga

I turisti non sono volatili. Nel film «Totòtruffa» lo zotico Pietro De Vico viene ingaggiato come «contatore di piccioni» in piazza San Marco; stipendio: una lira ogni tre uccelli contabilizzati. Ma a Venezia mai potevano immaginare che il «contatore di piccioni» assunto dalla premiata ditta «Totò & Nino Taranto», avrebbe rischiato oggi di trasformarsi in un tragicomico «contatore di turisti». È questa infatti la «brillante» idea che accomuna i sindaci di Venezia e dei comuni delle Cinque Terre, i quali «infastiditi» dalla presenza di troppi visitatori, hanno proposto di istituire un «numero chiuso per gitanti».

Trattasi di una innovativa versione della vecchia Ztl (Zona traffico limitato) in cui la «t» di «traffico» viene sostituita dalla «t» di «turista». Non si sa ancora bene se la pazza idea preveda tornelli, badge elettronici o altre formule più empiriche, tipo appunto il «contatore umano» alla Totò. Fatto sta che al «numero contingentato» Venezia e Cinque Terre non intendono rinunciare, «esasperate» come sono da un «mordi e fuggi» vacanziero che «porta solo spese, fastidi e poco reddito alla città». «Da noi - protestano indignati i sindaci propugnatori del «numero chiuso» - il rapporto tra visitatori e residenti rischia di diventare conflittuale».

Ma una misura di questo tipo è ipotizzabile? Non serve essere un costituzionalista per rispondere di «no», considerato che un'eventuale norma restrittiva sarebbe in evidente contrasto col diritto di movimento dei cittadini.

Ma da quest'orecchio i comuni interessati al tema non ci sentono, ribattendo con «l'emergenza cifre»: percentuali che farebbero la felicità di qualsiasi primo cittadino, ma che invece - paradossalmente - sono diventate motivo di «preoccupazione»: a Venezia nell'ultimo anno le presenze sono aumentate del 5% e nelle Cinque Terre addirittura del 20%. Qui la celebre «Via dell'amore» (per percorrere la quale si pagava 5 euro a persone) è chiusa da anni per frana. Nonostante i milioni incassati nessuno ha riparato i danni, riattivando il percorso. Tanto che da «via dell'amore» il sentiero è stato ribattezzato «Via del belìn».

Ma cosa ne pensa il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini? «Nelle capitali italiane della cultura ci sono luoghi fragili, come piazza San Marco o il ponte dei Sospiri, che non possono reggere un numero qualsiasi di turisti. Ma sono contrario a un ticket di ingresso.

Non si può far pagare l'ingresso in una piazza, ma dei regolatori di ingresso quando c'è troppa gente finché non defluisce credo sia possibile, è una scelta dei sindaci ed è competenza dei Comuni non dello Stato».

In attesa di una decisione, rivediamoci «Totòtruffa».

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