Venezia, primo giorno del ticket d'ingresso. Proteste ai gazebo e 15mila turisti paganti

Scontri tra attivisti contrari al biglietto e polizia. Oltre 113mila gli arrivi in Laguna

Venezia, primo giorno del ticket d'ingresso. Proteste ai gazebo e 15mila turisti paganti
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La mattinata è cominciata con circa centomila arrivi e ottomila ticket staccati nei gazebo allestiti all'esterno della stazione ferroviaria. Ma la prima giornata di sperimentazione del ticket di ingresso da 5 euro per entrare nel centro storico di Venezia è stata segnata anche da momenti di tensione, con alcuni scontri fra polizia e manifestanti in protesta contro la misura.

Fino alle 16.05, ora di chiusura dei limiti, nel capoluogo Veneto sono stati registrati complessivamente 113mila arrivi e 15.700 paganti, con una media di un biglietto staccato ogni dieci ingressi, secondo i dati diffusi dall'assessore al Bilancio Michele Zuin. Questo perché nel centro storico sono arrivati anche 97.600 esenti, fra questi 39.400 erano ospiti in strutture ricettive nelle quali si paga già la tassa di soggiorno, mentre 2.100 erano parenti di residenti. Fino alle fine del 2024 saranno altre 28 le giornate dedicate alla sperimentazione della misura, che riprende oggi per andare avanti fino al 5 maggio. Per tutto il periodo si sono registrati come esenti dal ticket anche 13mila studenti e 20.400 lavoratori. A questi si aggiungono i 270mila tra residenti e nati in città, che possono entrare e uscire dal centro storico senza registrazione, esibendo solo il documento di identità.

Nonostante le diverse possibilità di esenzione, i momenti di tensione non sono mancati quando circa 300 manifestanti, membri di alcuni centri sociali, si sono scagliati contro i gazebo allestiti per il pagamento del ticket. La manifestazione è partita dalla stazione ferroviaria ed è proseguita con una marcia fino in piazzale Roma. La situazione è degenerata in alcuni scontri con le forze dell'ordine quando i giovani hanno provato a superare il cordone di sicurezza per raggiungere l'area dello scalo ferroviario, dove c'era il posto di controllo sui voucher, o sui Qr che certificano l'esenzione per le categorie che devono solo registrarsi all'app del Comune. Nel mirino dei contestatori è finito in particolare il sindaco Luigi Brugnaro, e l'idea di una città trasformata in una sorta di «Veniceland». Il clima è stato invece più tranquillo in una seconda manifestazione dei comitati cittadini contrari al ticket, che si sono radunati nelle vicinanze del posto di controllo dei Qr. C'è stato anche un breve confronto con il sindaco Brugnaro, finito in un abbraccio.

Il primo cittadino ha evidenziato che «non si è mai fatto nulla per regolare il turismo, la politica non lo fa perché non ha interesse a farlo. Io l'ho fatto». Il sindaco ha chiesto «scusa per il disagio ma dobbiamo fare qualche cosa.

Non si può solo parlare, bisogna provare a fare qualche cosa e ora lo stiamo facendo perché abbiamo il dovere e il compito di lasciare e preservare la città per le prossime generazioni». E a chi evidenzia che le spese per la misura siano inferiori agli incassi, ha fatto presente che «non è una spesa è un modo per far capire che bisogna cambiare».

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