Mettiamoci nei panni del padre di un assassino a cui ogni giorno i cronisti pongono domande brillanti del tipo: «Cosa prova in questo momento?», «Suo figlio ha detto che voleva ammazzare anche lei. Che sentimenti prova?», «Cosa si sente di dire ai carnefici?», «E alla famiglia della vittima?». Un assedio continuo. A ogni ora del giorno, fin da quel maledetto venerdì 4 marzo, quando Valter Foffo ha scoperto l'anima oscura di suo figlio: 28 anni, studente fuori corso di Economia.
Lui, insieme con il complice Marco Prato, ha appena ammazzato un ragazzo di 23 anni, dopo averlo torturato crudelmente. Motivo? «Vedere l'effetto che fa uccidere una persona». Un delirio provocato anche dall'uso di quantitativi abnormi di cocaina e alcol. «Voglio ribadirlo una volta per tutte - fa sapere Valter Foffo al Giornale attraverso il suo legale -. Aspettiamo l'esito delle perizie tossicologiche. Abbiamo fiducia negli inquirenti e nella magistratura. Manuel è pronto a pagare per la sua colpa. Una colpa enorme per la quale non c'è pena adeguata. Ora mio figlio sta capendo la mostruosità che ha commesso. È pentito. Capisco la famiglia Varani che non vuole sentir parlare di perdono. È sacrosanto che pretenda giustizia per il supplizio subìto da Luca. Chi ha massacrato quel povero ragazzo merita l'ergastolo. Se il o i colpevoli hanno agito in uno stato di totale o parziale infermità di mente dovranno essere rinchiusi in un centro di cura e trascorrere lì moltissimi anni. Ma per me la cosa più importante è sottolineare che mi sento vicino ai genitori, alla fidanzata e a tutti quelli che amavano Luca. Oggi si celebreranno i suoi funerali. Vorrei essere lì, con la famiglia. Ma so che non sarebbe opportuno. Ci incontreremo in futuro. Spero che mi consentiranno di abbracciarli e di portare un fiore sulla tomba di Luca».
I frame della fase immediatamente successiva sono ormai indelebili nella mente di Valter Foffo: «Appena Manuel mi ha confessato il suo terribile segreto, ho chiamato l'avvocato Michele Andreano. Entrambi abbiamo accompagnato Manuel a costituirsi dai carabinieri». Per Valter è l'inizio di un incubo mediatico che nessuno riuscirà più ad arginare. Il signor Foffo è un imprenditore, non conosce il tritacarne dei media. Non ne padroneggia le lame affilate. Si fa intervistare da Vespa a Porta a porta: le domande sono giornalisticamente corrette, ma le risposte sono «emotivamente» sbagliate. Valter Foffo dà la sensazione (in tv «passa» solo ciò che appare esternamente, non quello che si sente internamente ndr) di voler difendere Manuel, curandosi poco o nulla del dramma della vittima. Ovviamente non è così, ma chi sta dall'altra parte dello schermo non può coglierlo. Sul padre di Manuel la pressione non cala, anzi aumenta di giorno in giorno. Foffo non si sottrae (e forse il suo errore è proprio questo) a nessuna intervista. Inevitabilmente gli «incidenti di percorso» si moltiplicano. Frasi infelici, concetti strumentalizzati, parole estrapolate dal contesto. Un mix che mettono Valter faccia al muro.
È successo anche ieri con una «dichiarazione choc» rilasciata al Messaggero: «A noi Foffo non ci piacciono i gay, ci piacciono le donne vere. E mio figlio non è da meno». «Sono stato frainteso - spiega Foffo al Giornale -. Non volevo mancare di rispetto ai gay. Se qualcuno si è sentito offeso, chiedo scusa. Ribadisco però che, per quello che ne so, non è vero che Manuel ha avuto un rapporto sessuale con Prato nei minuti precedenti al delitto di Varani. Hanno avuto un solo rapporto sessuale lo scorso 31 dicembre. Un rapporto ripreso col telefonino da Prato, il quale per questo video ricattava Manuel. Mio figlio si è sentito minacciato e per tale ragione ha accettato di incontrare nuovamente Prato, sua intenzione era convincere l'amico a cancellare il filmato».
La tesi sostenuta da Prato è di segno completamente opposta: «Era Manuel a dominarmi, io eseguivo unicamente i suoi ordini». Uno scaricabarile a sfondo psichiatrico-sessuale che rischia di farci perdere di vista il vero nodo della vicenda: cioè l'uccisione con modalità da film horror di Luca Varani, un ragazzo di 23 anni, buono, per bene, felicemente fidanzato con una ragazza stupenda. Luca, colpevole di nulla, se non di aver incrociato la sua strada con quella di due pazzi criminali imbottiti di droga, alcol e malvagità.
Chi tra Manuel Foffo e e Marco Prato ha torturato e inflitto a Varani le coltellate mortali? Probabilmente sono stati entrambi. Ma a sancirlo dovrà essere un tribunale. Magari con un doppio ergastolo. Questo ci interessa davvero. Tutto il resto è robaccia per sciacalli e vojeur del dolore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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