La verità, ma senza ansie. Ecco cosa dire ai bambini

Lo psicoterapeuta Alberto Pellai ai più piccoli: «Il virus? Ora è come un animale in trappola»

La verità, ma senza ansie. Ecco cosa dire ai bambini

Oscillano tra l'inevitabile entusiasmo per avere guadagnato una settimana (o forse più) di vacanza e la paura totalizzante e irrazionale. I bambini ci guardano. Ascoltano. Assorbono le nostre emozioni, i nostri detti ma soprattutto i non detti. Come spiegare ai più piccoli l'emergenza Coronavirus? Quali sono le parole giuste? Il pedagogista Daniele Novara mette in guardia: «È facile cadere nell'enfasi emotiva che non aiuta i più piccoli».

E dunque non «pretendere di coinvolgerli» in modo eccessivo perchè «si rischia di creare angoscia che i bambini piccoli non sono poi in grado di rielaborare sul piano psicologico e cognitivo». E allora come dire la verità senza farli rimanere sommersi dall'ansia? Ci ha pensato Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva, nonchè papà di una bambina di 11 anni.

Ha scritto una lettera indirizzata proprio a loro, ai bambini e l'ha messa a disposizione di genitori e insegnanti. «Caro bambino ti spiego il Coronavirus, perchè ci fa tanta paura e perchè invece non lo devi temere così tanto». Il consiglio? Raccontare la verità ma senza ansia. Spiegare i problemi, ma lasciare sempre aperta la finestra della speranza. Ecco cosa scrive. «È un virus così piccolo che lo si può vedere solo in laboratori speciali con microscopi speciali. Ecco perché ci spaventa tanto. Perché è invisibile a occhio nudo. E da sempre noi esseri viventi abbiamo paura di ciò che ci può fare male e non si può vedere». La paura è un allarme, spiega Pellai, «scatta quando ancora non abbiamo davanti a noi il pericolo. Così siamo più preparati ad affrontarlo quando ci si presenta davanti». Ma se da una parte «è giusto sentire l'allarme per qualcosa che ci minaccia, dall'altra dobbiamo imparare a prendere le cose nella giusta misura». Pellai snocciola tutte quelle verità che conosciamo: l'infezione, il contagio di migliaia di persone in Cina e in Italia e anche i morti. Ma «ecco altre verità che in questo clima di allarme vengono raccontate ma le persone colgono molto meno». Come «il numero ristretto delle persone colpite e la localizzazione dei cosiddetti focolai». «Gli esperti hanno preso tutte le precauzioni possibili per non farlo uscire da lì. È come un animale in trappola». Pellai consiglia i genitori di spiegare che la malattia è simile a un'influenza ma che solo pochi si ammalano gravemente e di questi pochissimi perdono la vita. «Tra i malati non ci sono bambini. Ovvero sembra che chi ha la tua età ha una capacità naturale di resistere all'attacco del virus». Consiglia di spiegare ai bambini tutte le precauzioni da adottare, come lavarsi le mani e non metterle in bocca: «è quello che puoi fare tu in prima persona per far fuori quel mostriciattolo fantasma, chiamato Coronavirus».

Perché «avere paura oggi è naturale. Ma l'uomo, nel corso della storia ha saputo fare cose straordinarie. Ha imparato a vincere malattie ben più terribili, ha inventato missili che possono portarci sulla luna, ha scoperto come trasformare la luce del sole in energia che fa accendere la luce di notte nelle nostre case, quando fuori c'è il buio».

E conslude: «La paura ci fa vedere tutto buio e cupo. Ma tu non perderti nel buio. Affidati al lavoro di milioni di persone che oggi stanno lavorando e combattendo per vincere la battaglia contro il coronavirus.

Impara a immaginarle tutte insieme. Un esercito infinito di milioni di uomini e donne medici, ricercatori, scienziati, infermieri, forze dell'ordine contro un invisibile microscopico virus. Ce la faremo, vedrai, ce la faremo...»

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