"Il vero male è il debito che il Pd non sa ridurre"

Il capogruppo alla Camera sulle banche: "Senza fiducia, il sistema va al collasso"

"Il vero male è il debito che il Pd non sa ridurre"

Milano - «La nostra sudditanza e la cessione di sovranità derivano da lì, dal debito pubblico. Chi non ha ridotto il debito e allo stesso tempo propone di aumentare il deficit, non sa quel che dice». Renato Brunetta anima la tavola rotonda alla convention di Fi a Milano su «Governance economica europea e ruolo dell'Italia», cui partecipano economisti, banchieri, manager.

Alla seconda giornata dell'incontro «Idee per l'Italia», che oggi sarà concluso da Silvio Berlusconi, il capogruppo alla Camera dice che il debito pubblico continua ad essere «il nostro cappio al collo e ci mette nelle mani dei compratori», ma a questo si aggiunge «un sistema bancario fragile». Racconta che come vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche sta «vedendo le devianze criminali che si sono susseguite in questi anni, a partire da Mps e dalle banche venete: sono solo la punta di un iceberg di un sistema malato?». Per Brunetta la Commissione deve andare fino in fondo e «capire le ragioni strutturali rispetto alle quali per esempio Mps, il terzo gruppo bancario italiano, sia finito in questo modo». Da economista, oltre che da politico, è convinto che se avessimo utilizzato fin dall'inizio il fondo interbancario di garanzia molte tragedie sugli investitori sarebbero state evitate. «Dove erano finite - chiede Brunetta - le vigilanze interne delle banche? Abbiamo bisogno di banche trasparenti ed efficienti. Una delle spiegazioni della crisi bancaria era l'ossessione di allora di Mps ad acquisire altre banche, a catturare quelle fragili e piene di debiti». In generale, il parlamentare azzurro spiega che la banca, più delle altre imprese, «intermedia una cosa fondamentale: la fiducia. Se i cittadini e le imprese perdono fiducia nel sistema bancario, il sistema economico collassa». E questo porta ad una riflessione su quello che è successo nel nostro Paese negli ultimi anni, a «pensieri negativi» su quel 2011 in cui cadde il governo Berlusconi. «È successo di tutto, cominciando dalla crisi dello spread e ha rivoluzionato il modo di vedere della gente, si è temuto di essere sull'orlo del baratro. Abbiamo cercato di spiegare che si trattava di speculazione». Brunetta dice «viva l'Europa se ci obbliga a comportamenti meno opportunistici e se obbliga i nostri vigilanti ad essere un po' meno condizionati da regole inefficienti. Basta vigilanti che vengono assunti dai vigilati».

Un'altra tavola rotonda, moderata da Paolo Del Debbio, discute «Il nuovo welfare dalla parte dei cittadini» e a chiudere la giornata c'è l'incontro in rosa tra Deborah Bergamini, Mara Carfagna ed Elena Centemero su «Rompiamo il silenzio, dalla parte delle donne», in occasione della Giornata internazionale contro violenze e femminicidi.

Oggi si chiede la tre giorni azzurra e si parlerà di sicurezza e immigrazione, con Michela Vittoria Brambilla, Laura Ravetto, Elio

Vito, Stefania Prestigiacomo, Gregorio Fontana, Maurizio Gasparri e Nunzia De Girolamo. All'ultimo incontro della mattinata, su «Europa, un'idea da riscrivere», interverrà il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani.

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