
Perché Njeem Osama Almasri è stato liberato? Chi ha sbagliato tra il 18 e il 20 gennaio di quest'anno? Proviamo a ricostruire tutta la vicenda del super-ricercato dalla Corte penale internazionale, del suo strano viaggio indisturbato in Europa e del suo ritorno in Libia sul Falcon di Stato.
Il 2 ottobre dell'anno scorso il Procuratore della Cpi Kamir Khan (oggi nei guai per una storiella piccante) chiede ai giudici dell'Aja di chiedere la cattura del comandante della terribile milizia salafita Rada per le torture e le violenze compiute da direttore del carcere di Mittiga su una cinquantina di detenuti. La Corte si prende del tempo ma il sei gennaio il libico arriva a Londra da Tripoli via Fiumicino, dove secondo il Telegraph vede i legali a Chinatown e dove chiederà (invano) ai nostri 007 di essere estradato. Solo il 18 l'Aja emetterà il verdetto, presa a maggioranza (due giudici a uno) dai tre magistrati della Pre-trial chamber: la romena Ioana Antonella Motoc, la beninense Reine Alapini-Gansou e la messicana Maria del Socorro Flores, contraria.
Intanto l'intelligence della Corte lo segue, grazie alla rete tra diplomazie, servizi e Interpol. Il 13 gennaio Almasri va a Bruxelles, prosegue in Germania (dove resta tre giorni) tra Bonn e Monaco di Baviera, la polizia tedesca lo ferma per un controllo di routine e lo lascia andare, sebbene dal 10 luglio 2024 sia attenzionato dalla blue notice dell'Interpol visibile solo a Berlino. L'Aja ne viene informata e allerta Belgio, Regno Unito, Austria, Svizzera e Francia, non l'Italia dove i tedeschi sapevano che fosse diretto. Perché? Siamo al 16 gennaio, Almasri passa da Francia, Olanda e Svizzera indenne: sabato 18 in Mercedes viaggia in direzione Torino per la partita Juve-Milan, prima del volo di ritorno a Tripoli da Fiumicino che non prenderà mai. Intanto la Corte decide la sua cattura, alle 22.55 di sabato mentre è allo stadio. Viene spiccato il mandato, la Digos di Torino lo arresta in hotel quando sono le tre del mattino, assieme ai tre amici con lui.
E qui il giallo si infittisce. Domenica 19 ministero della Giustizia viene informato, lo staff del Guardasigilli Carlo Nordio - lo dice uno scambio di email tra il capo di gabinetto Giusi Bartolozzi e il responsabile del Dag Luigi Birritteri delle 14.35 del 19 - chiamano fuori dalla contesa Via Arenula, tanto che il Guardasigilli viene formalmente informato solo il giorno dopo, quando però il Pg chiede di dichiarare l'irritualità dell'arresto in quanto non preceduto "dalle interlocuzioni con Nordio, titolare dei rapporti in via esclusiva con l'Aja". Ma a essere concordata tra ministero e Corte penale è la "consegna" del criminale, prevista dall'articolo 11 della legge 237 del 2012, tanto che l'articolo 716 del Codice di procedura penale avrebbe consentito di congelare il fermo. L'iter della legge è preciso: il Pg "chiede" la misura cautelare, la Corte d'Appello "la applica", il ministro ha tempo 20 giorni per la consegna. "Il governo ha potuto espellerlo perché Pg e Corte d'Appello non hanno osservato la legge che avrebbe imposto la misura cautelare", dice al Giornale l'ex numero due all'Aja Cuno Tarfusser.
Martedì Almasri viene scarcerato, il Falcon 900 italiano, partito alle 11:15 da Ciampino e atterrato alle
12:15 a Torino Caselle lo imbarca e riparte alle 19.50 per Mittiga, dove Almasri sbarca alle 21:42, accolto dai miliziani che avevano minacciato ritorsioni contro le nostre ambasciate, i connazionali e i pozzi petroliferi.