Viaggio nella Bulgaria felix dei pensionati italiani

Costo della vita basso, zero criminalità e poche tasse. Qui trovano un nuovo inizio i connazionali in difficoltà

Viaggio nella Bulgaria felix dei pensionati italiani

Nella sua prima vita Franco faceva il lattoniere e l'idraulico ad Alba, nel Cuneese, ora a 75 anni è un pensionato all`estero che passa le giornate a camminare e rimuginare. «Come sono finito qui? Per uno dei principi della termodinamica». Addirittura. «Sì, questo: chi consuma meno si conserva». Non è tirchieria ma povertà. «Con la mia pensione facevo la fame e sono venuto all'Est. La Romania non mi è piaciuta, mi trovo in Bulgaria da qualche mese e ci resterò. Mi mancano i miei monti ma qui sto bene. Sistemerò una baita, due stanze e l`orto. Basta poco».

Antonio Tutino, 74 anni, ex linotipista e barista nonché pioniere della rotta balcanica, lasciò Roma per Pazardzhik nel giugno 2006. I suoi calcoli sono semplici: «Avevo 820 euro di pensione e ne pagavo 350 di affitto. Sono arrivato qui con un amico bulgaro e per me si è rifatto giorno». Salvatore Zappadu, 65 anni, olbiese, fratello di Antonello (il fotografo che immortalò Silvio Berlusconi e i suoi ospiti a Villa Certosa), ha riconquistato la salute: «La notte dormo senza pillole. Pensavo che sarei venuto per sopravvivere, ho scoperto invece che, se vuoi, puoi costruirti una seconda opportunità». Il goriziano Enzo De Toni la primavera scorsa ha preferito stabilirsi con la moglie poco lontano, a Plovdiv, seconda città della Bulgaria, carica di storia e cultura. Ne conosce già ogni angolo, dalle architetture ottocentesche della Rinascenza alla stagione lirica dell`anfiteatro romano: «I biglietti migliori costano 10 leva, 5 euro. In Italia non ci paghi nemmeno il parcheggio. Per me l`Italia è stata una matrigna nonostante 47 anni di lavoro onesto. Ma adesso ho chiuso. A ottobre siamo tornati qualche giorno e non vedevamo l`ora di fare i bagagli per la nostra nuova isola felice».

Pazardzhik, 80mila abitanti a un centinaio di chilometri a est di Sofia, il cuore dell'antica Tracia. Parchi, statue, negozi, un museo storico, un centro pedonale circondato da quartieri di edifici a blocchi prefabbricati. Per le strade s'incrociano ancora le vecchie Zigulì simil-Fiat. Non ci sono grandi attrattive in questa provincia profonda, sottomessa per 500 anni ai turchi e per altri 50 ai sovietici. Che c'è di bello in Bulgaria? A uno che si spiega male gli dici che parla bulgaro. Le votazioni blindate partoriscono maggioranze bulgare. La Bulgaria è sinonimo di lontananza e chiusura, di dogmatismo e obbedienza cieca. Eppure gli anziani che nel Belpaese ricco non arrivano a fine mese vi si fiondano. La preferiscono a Spagna, Portogallo, Caraibi, Thailandia. È a due ore di volo dall'Italia, appartiene all'Ue, si circola liberamente, in sei mesi hai la residenza. Non c'è criminalità: anche i rom lavorano, puliscono le strade. Ma soprattutto la bistrattata Bulgaria ha i prezzi più bassi dell'Unione europea: in media meno della metà, il che fa raddoppiare il valore del vitalizio. In aggiunta non esistono tasse sulle pensioni perciò il lordo equivale al netto guadagnando un altro 25 per cento. Quaggiù lo stipendio medio è di 300 euro, quello minimo garantito non raggiunge i 200 mentre l'assegno sociale è di 75 euro. Anche se i prezzi sono bassi, moltissimi bulgari rasentano la miseria mentre un pensionato italiano con 1.200-1.500 euro (3.000 leva) è un benestante.

Secondo i dati della nostra ambasciata, sono 1.500 gli italiani residenti in Bulgaria, compresi imprenditori e commercianti (le aziende pagano una «flat tax» del 10 per cento), ma il numero è cresciuto del 30 per cento dal 2014. E questi sono quasi tutti anziani. «Finalmente un po' di serenità, ce ne dobbiamo vergognare?», dicono in coro i nuovi bulgari davanti al patronato Enasc, inaugurato pochi mesi fa a Pazardzhik da Tutino e già diventato un punto di riferimento per la comunità di esuli in continua crescita. C'è una gara di entusiasmo per elencare le differenze con i prezzi italiani: assicurare l'auto costa l'equivalente di 90 euro, la vignetta di circolazione 34, le autostrade sono gratuite, l'affitto non supera i 200 euro, un pacchetto di 20 sigarette viene 2,45, un atto notarile al massimo 10, internet superveloce 15 (la rete bulgara è tra le più avanzate in Europa) e si cena al ristorante spendendo 10 euro quando si vuole esagerare. I negozi di abbigliamento vendono i vestiti a peso con prezzi variabili secondo i giorni della settimana. Imu, Tasi, Agenzia delle entrate sono fantasmi del passato.

Per non parlare delle vacanze: la Bulgaria è piena di centri termali apprezzatissimi nella terza età dove una settimana in albergo quattro stelle per due persone compresi i trattamenti costa non più di 500 euro; nelle stazioni sciistiche gli skipass te li tirano dietro (161 euro il settimanale a Bansko, che ha ospitato gare della coppa del mondo di sci), mentre i litorali di Varna e Burgas sul Mar Nero sono l'ultimo grido delle spiagge low cost.

E la sanità? Sorrisi a 32 denti, denti nuovi di zecca con tanti saluti al mutuo che avrebbero dovuto fare per una protesi in Italia. Le medicine si pagano ma si può comprare soltanto la dose prescritta, non l'intera scatola. A Tutino hanno impiantato un pacemaker d`urgenza: «In due giorni ero a casa e ho versato 80 leva in tutto, 40 euro. Io alla sanità bulgara devo la vita».

È una vita discount. Un'emigrazione al contrario: si lascia il Paese ricco per quello povero. «Ma noi non siamo fuggiti, ci hanno cacciati - s'indigna Zappadu, che in Sardegna ha lasciato il cuore -. Ho lavorato tanto e onestamente e non voglio farmi scorrere addosso gli ultimi anni di vita. Ogni tanto torno nella mia terra, curo alcuni blog, seguo l'Olbia calcio e faccio addirittura le dirette on line delle partite. Non ci crede nessuno che le scrivo da qui». Sono emigrati, sono lontani, ma l'Italia è sempre lì, al centro del tempo e delle chiacchiere. Un'assenza incombente. Le tv sono accese su Rai e Mediaset, qualcuno ha perfino trovato l'hacker bulgaro che fa vedere gratis i canali pay. Sempre meglio arrabbiarsi davanti al telegiornale che lasciarsi prendere dalla nostalgia per gli affetti, figli, nipoti, mogli. Vincenzo, bolognese, è «felicemente divorziato». Vive da solo in una casetta a due piani nella campagna di Pazardzhik, anche se non capisce un'acca di bulgaro è diventato amico dei vicini e condividono l'orto, le grigliate di maiale e la «rakia», il distillato di frutta che in Bulgaria scorre a fiumi. «A dispetto della loro fama, questa è gente per bene, accogliente e dignitosa», dice. Alberto, fiorentino, ex rappresentante Agip, di mogli ne ha avute tre. L'ultima è keniota e molto più giovane di lui, l'ha impalmata a Malindi dove si era trasferito prima di sbarcare in Bulgaria: «È stata qui qualche settimana in estate, ma non sopporta le calze e il caldo afoso». Le donne, chiodo fisso degli espatriati. Qualcuno è arrivato a Pazardzhik dopo aver conosciuto una bulgara in Italia, altri si sono messi in caccia. Ma la battutaccia gira: «Soltanto sesso orale». Nel senso che ormai ne parlano e basta.

In realtà la pensione in Bulgaria non è fatta per chi cerca avventure, ma la tranquillità di arrivare a fine mese senza pensieri. Passeggiate nei viali alberati, partite a scacchi nella piazza dell'Orologio, un caffè come si deve o una birra ai tavolini del bar «Dolce vita» aperto da una giovane coppia che ha lavorato qualche anno in Italia, lui gelataio lei pasticciera. Il governo apre le porte a questi immigrati di lusso che non pagano tasse ma spendono i loro denari senza gravare sulle casse pubbliche. Così la vita dei pensionati in questo Paese per vecchi rifiorisce. Nascono amicizie inattese nella Little Italy dei Balcani e si ricostituisce un tessuto di rapporti che riempie le giornate. «All'inizio passavo il tempo tra la spesa, il computer, la tv e qualche gita - rievoca Tutino -. Dopo qualche anno ho aperto un blog per raccontare la mia nuova vita. Tre anni fa sono stato invitato a Unomattina e all'improvviso tutto è cambiato. Una pioggia di mail, di telefonate, di domande mi è caduta addosso». Chiedono lo stato delle strade, di prenotargli un albergo, se esistono liste consultabili on line di italiani residenti all'estero. Storie drammatiche, come quella dei coniugi ultraottantenni costretti a riparare nel discount dei pensionati perché la figlia ha venduto la casa dove abitavano e si è tenuta i soldi. Oppure i due anziani malati inviati dal patronato Enasc di Francoforte: per accoglierli a Pazardzhik si è aperta una vera gara di solidarietà. «Aiuto volentieri chi si trova davanti al grande interrogativo, se trascinarsi nell'inedia in Italia o riconquistare un po' di dignità all'estrema periferia dell'Europa», dice Antonio Tutino.

La Bulgaria è l'Italia degli anni '50: povera, reduce da una dittatura, con una potenza internazionale (in questo caso l'Unione europea) che manda denaro per la crescita economica. È un salto all'indietro nel tempo.

Se non hanno troppe pretese, i pensionati non se la passano male in Bulgaria. Mancano soltanto due cose: l`Italia matrigna e gli affetti di famiglia. Ma loro non riescono ad ammetterlo perché il groppo in gola gli toglie la parola.

23 novembre 2015

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