Quel video-esordio del '94 che stravolse la politica

Così il leader azzurro cambiò la comunicazione

Quel video-esordio del '94 che stravolse la politica

Roma - Inevitabilmente i video autoprodotti di Silvio Berlusconi hanno un archetipo con cui devono fare i conti, una pietra angolare su cui è fondata la storia politica e la successiva costruzione comunicativa del leader del centrodestra italiano. Immagini che simbolicamente segnano l'atto di passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica.

«L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti». Iniziava così il video di 9 minuti del 26 gennaio 1994, un documento filmato nel quale l'allora imprenditore annuncia la sua intenzione di «scendere in campo» e dedicarsi alla politica. Un video registrato nella sua villa di Arcore e inviato a tutti telegiornali affinché lo trasmettessero durante l'edizione serale. Il video si conclude con un'altra frase simbolo: «Un nuovo miracolo italiano». Nel mezzo Berlusconi parla della sua intenzione di candidarsi alle elezioni con un nuovo partito politico, Forza Italia. Pochi giorni prima, il 18 gennaio dalle ceneri della Dc erano nati il Partito Popolare Italiano guidato da Mino Martinazzoli e il Centro Cristiano Democratico di Pier Ferdinando Casini, con la frantumazione dello storico partito di massa dei moderati italiani.

Il Cavaliere - camicia celeste, cravatta a pois, doppiopetto scuro - era rimasto chiuso ad Arcore per l'intera giornata a perfezionare il testo, scritto di suo pugno, studiare la scenografia e calibrare le luci insieme con Antonio Tajani e all'esperto di marketing Gianni Pilo. La prove vanno avanti fino alle tre del mattino, senza gobbo ma con gli appunti davanti a lui sulla scrivania. Alla fine sceglie la prima di numerose registrazioni. Alle spalle dell'oratore c'è una libreria di legno chiaro, foto di famiglia in cornici d'argento, sulla scrivania un tagliacarte.

Come ricordato qualche anno fa da Mattia Feltri, Giuliano Ferrara inquadrò subito una delle conseguenze di quella discesa in campo: il suo linguaggio risulterà «sgradito nella cintura intellettuale di Capalbio, dove Occhetto ha la residenza di campagna». Un leit motiv destinato a rafforzarsi con sempre maggior vigore a ogni vittoria di Forza Italia, altro nome e brand svillanneggiato fin dalla sua nascita, in un crescendo polemico sempre più tagliente e violento. Il video in un colpo solo impone una modernizzazione della comunicazione e dell'informazione politica, tra spot, sondaggi, slogan immediati e confronti televisivi all'americana.

Il 28 marzo Silvio Berlusconi a sorpresa vince le elezioni sconfiggendo la gioiosa macchina da guerra guidata

dagli antesignani dell'attuale Pd e raccoglie con un partito neonato, carismatico, ma assolutamente privo di una organizzazione territoriale, 8 milioni e 136mila voti. Un trionfo immaginato, forse, dal solo Silvio Berlusconi.

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