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La villetta di "Lady Gucci" tra le bocche cucite

Viaggio a Casal Palocco, dove Liliane ha acquistato l'immobile da 450mila euro

La villetta di "Lady Gucci" tra le bocche cucite

Abiti firmati, borse griffate e una villetta da 450mila euro. Liliane Murekatete, conosciuta anche come «Lady Gucci», è finita nei guai insieme a sua madre per la gestione poco chiara di due cooperative di migranti. E nei guai ha messo anche suo marito, Aboubakar Soumahoro, che continua a difenderla rivendicando per lei «il diritto alla moda e all'eleganza». Un diritto che la donna ostentava anche a Casal Palocco, nella periferia Sud di Roma dove ha acquistato una villetta a schiera su due piani, ben prima che il marito venisse eletto in Parlamento.

Nelle vie principali di questo quartiere residenziale in pochi sanno chi sia Soumahoro. O fingono di non saperlo per evitare le domande dei giornalisti che in questi giorni hanno preso d'assalto Casal Palocco. «Ho scoperto oggi, sfogliando i giornali, che questo deputato abita in zona», dice un edicolante della via principale del quartiere. Chi, invece, ha conosciuto bene «Lady Gucci» è uno dei vari agenti immobiliare a cui la donna si era rivolta per l'acquisto della villetta. «È una bellissima donna, garbata e molto elegante. Da buona cattolica, non mancava mai di esprimere la sua devozione a Dio», confida l'esperto che conferma l'elevato valore di quell'immobile. «Una casa, di due o tre piani, in quella zona di Casal Palocco si aggira intorno a quel prezzo», dice. L'abitazione, infatti, è una villetta a schiera situata in una strada tranquilla dove i vicini di casa non ne possono più del via vai continuo dei cronisti. «Vedo una persona di colore, ma non so chi sia», taglia corto un anziano signore. «Scusate, ma noi abitiamo qui da poco e non conosciamo nessuno», risponde una coppia che abita in un palazzo che si trova di fronte alla villetta dei Soumahoro. «Sì, abitano qui, ma non rilascio dichiarazioni perché non amo questo tiro al bersaglio anche se riguarda un parlamentare», commenta uno dei pochi vicini di casa che si ferma a parlare, rigorosamente a taccuini chiusi. Il dirimpettaio conferma, ma rivela: «Sì, sì la casa di Soumahoro è questa.

Oggi, però, non abbiamo visto nessuno. Le tapparelle sono abbassate e, secondo me, non ci sono. Avranno voluto evitare l'assalto dei giornalisti». Soumahoro, che nei giorni scorsi si è autosospeso dal gruppo Verdi-Sinistra Italiana pur non essendo indagato, non risponde al telefono. Impossibile, dunque, avere una sua dichiarazione, ma d'altra parte ha già esposto la sua versione dei fatti da Corrado Formigli, lasciando perplessi anche coloro che lo hanno candidato. «Credo che ci siano ancora delle zone d'ombra da chiarire ed è quello che noi gli abbiamo chiesto di fare. Nel merito, punto per punto, nell'interesse suo, di chi lo ha votato e della dimensione collettiva di cui fa parte», ha detto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. «Le risposte date da Soumahoro non sono sufficienti allo stato attuale, dovrebbe essere lui il primo a dare risposte più compiute, cosa che non ha fatto, quello che dovevamo dirgli lo abbiamo detto, abbiamo accettato la sua autosospensione», ha detto il leader dei Verdi, Angelo Bonelli.

Soumahoro, l'ex sindacalista famoso per le sue lotte in difesa dei migranti e per aver esordito in Parlamento con le scarpe sporche di fango in segno di vicinanza ai più deboli, ora è costretto a difendere la sua posizione di privilegiato.

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