Il Viminale scavalca i sindaci: poteri ai prefetti sul degrado

La direttiva per supplire ai primi cittadini "distratti" su illegalità e spaccio. Quando Salvini attaccava le prefetture

Il Viminale scavalca i sindaci: poteri ai prefetti sul degrado

Più poteri ai prefetti per supplire a sindaci «distratti», come li definisce Salvini, o poco incisivi nella lotta a degrado, occupazioni e spaccio. Dopo quella anti-ong, la nuova direttiva anti-illegalità del ministro dell'Interno arriva nei giorni della polemica con Virginia Raggi sullo stato in cui versa la Capitale.

Il documento, inviato ieri a tutti i prefetti italiani e per conoscenza al capo della Polizia Franco Gabrielli, prevede la possibilità, di fronte alle mancanze dei comuni, di emanare ordinanze prefettizie che proteggano le zone rosse delle città da «persone dedite ad attività illegali». Di fatto si impedirà l'accesso a tali aree a persone già denunciate per reati come spaccio, rissa, percosse, danneggiamento di beni e commercio abusivo. Per smantellare le piazze dove si smerciano stupefacenti, per esempio, sarà vietato lo stazionamento dei pusher, ma anche su occupazioni abusive e degrado i prefetti potranno intervenire. E lo faranno, prevede la circolare, «ogni qualvolta emerga un crescente allarme sociale» a fronte di situazioni di illegalità.

Insomma, se i sindaci non intervengono, toccherà ai funzionari del Viminale, o per rafforzare misure già prese dagli amministratori locali o per colmare le lacune. «Auspico la massima collaborazione dei sindaci - ha detto ieri Salvini da Firenze -. Il Viminale è sempre al loro fianco, ma nel caso di quelli distratti c'è sempre il supporto dei prefetti per contrastare illegalità e degrado. Un esempio è l'ordinanza anti-balordi del prefetto di Firenze Laura Lega». E dire che un tempo i prefetti erano il nemico numero uno di Salvini, per via della gestione dell'accoglienza dei migranti. Per la stessa funzionaria citata come esempio virtuoso, Salvini aveva avuto parole meno lodevoli nel 2015, quando lei da prefetto di Treviso aveva paventato l'ipotesi di requisire le case sfitte per affrontare l'emergenza migranti: «Caro prefetto vai a casa e cambia lavoro». Altri tempi.

La direttiva di oggi imprime un'ulteriore accelerazione in tema di sicurezza, nonostante con il decreto sicurezza il ministro avesse già dotato i sindaci di nuovi strumenti antidegrado, come il Daspo urbano: «È stato localmente sperimentato con successo il ricorso a provvedimenti prefettizi che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l'allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l'esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali». La circolare si riferisce infatti a quanto già sperimentato nei mesi scorsi a Bologna per la zona rossa della Montagnola, divenuta negli anni una nota piazza di spaccio a cielo aperto, e, appunto, a Firenze, dov'è intere vie sono off limits per chi è stato denunciato per reati di spaccio, danneggiamento o contro la persona.

I prefetti dovranno convocare «specifiche riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica» e individuare «con la massima celerità» eventuali «esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi».

La durata dell'ordinanza sarà limitata a tre mesi vista la sua «natura straordinaria, contingibile e urgente». Dal 31 maggio i funzionari dovranno inviare al Viminale report trimestrali sulle ricadute dei provvedimenti adottati.

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