I l rischio di attacchi terroristici c'è ed è altissimo, tanto che ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha firmato una direttiva con cui chiede ai prefetti massima attenzione soprattutto nell'osservazione di luoghi di culto, associazioni culturali e centri di aggregazione di fede musulmana distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Secondo gli alert forniti dall'intelligence, le regioni in cui si dovrà avere un maggior controllo sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana, ovvero i territori in cui fino a oggi si sono riscontrati i problemi maggiori anche a causa dell'alta concentrazione di migranti, tra i quali, ormai è cosa nota e più volte ribadita proprio dal vicepremier, si potrebbe nascondere qualche foreign fighter o qualche soggetto radicalizzato.
Come si legge nella direttiva emessa dal Viminale, «gli eventi degli ultimi anni fino ad arrivare ai più recenti attentati che il giorno di Pasqua hanno colpito lo Sri Lanka, dimostrano come la tutela della sicurezza nazionale debba costantemente adeguarsi a nuovi profili di rischio, modellandosi su contesti e problematiche che sono, per loro natura, fluidi e impongono un continuo e attento processo di affinamento e aggiornamento di metodi e prassi di intervento». Si dice, inoltre, che «il riferimento è innanzitutto al terrorismo di matrice jihadista, la cui perdurante forza attrattiva è tale da innescare processi di radicalizzazione all'interno degli stessi Paesi target, incoraggiando l'attivazione autonoma dei seguaci e traducendosi in un pericolo di carattere puntiforme e sfuggente».
Un altro punto da considerare è, come dicevamo, «la tendenza alla migrazione di massa, alimentata non solo da conflitti in atto a livello internazionale, ma soprattutto dalla mediazione di trafficanti senza scrupoli, organizzazioni e reti criminali coinvolte nella gestione dei flussi che veicolano come accessibile agli interessati la prospettiva di una vita migliore fuori dai Paesi di origine, alimentando i canali dell'immigrazione clandestina offerti all'eventualità di infiltrazioni terroristiche».
Già in passato possibili attentati sono stati bloccati anche e soprattutto grazie all'impegno delle prefetture, delle forze dell'ordine e dell'intelligence. Fondamentale, in questa fase, sono le attività di indagine volte alla prevenzione di possibili atti terroristici. Il nuovo video di Al Baghdadi, che invita a colpire l'Occidente, è tutt'altro che rassicurante. I terroristi usano il web per propagandare le loro azioni. I predicatori, anche a livello locale, si moltiplicano. Ed è in questo scenario che si inseriscono le nuove misure predisposte dal ministro, che chiede attenzione per individuare soggetti «di orientamento estremista capaci di attribuire dignità ideologica ai propositi violenti, talvolta innescati da condizioni di disagio personale, anche di ordine psichiatrico, di soggetti spesso con trascorsi di criminalità comune».
Ma le forze dell'ordine dovranno anche studiare «rapporti parentali e relazionali», nonostante risultino di difficile penetrazione e collaborare con le amministrazioni locali che potranno fungere da «sentinella» delle comunità.
Insomma, controlli a tappeto su tutti i fronti, per bloccare il pericolo in anticipo e scongiurare, soprattutto, che singoli «radicalizzati in casa» possano decidere di colpire prima che sia possibile fermarli. Compito tutt'altro che semplice, visti i tempi che corrono.