Elezioni Regionali 2020

Vincere in pescheria aspettando le urne

Vincere in pescheria aspettando le urne

Voi pensavate che fossero manovrate dal Pd o imbeccate dalle coop dell'accoglienza. Ma la politica somiglia all'amore: non è mai come sembra. E oggi si scopre che dietro le Sardine in realtà c'è qualcosa che va più in profondità, un'eminenza grigia (a scaglie), una Spectre la cui rete arriva ovunque: la Piovra? No, Fedeagripesca, il Gruppo Bilderberg dei pescatori italiani.

Il piano geniale è stato svelato ieri, con l'annuncio del primo successo: il consumo di sardine (con la minuscola) è aumentato del 15% da quando i loro testimonial monopolizzano i media. Conquistare le pescherie, poi le urne, infine il mondo.

Ora tutto è più chiaro. Si capisce quel primo tentativo del 2006, con i Riformatori liberali che scelsero un salmone come simbolo ma fallirono, scissi fra il sashimi e l'affumicato. E ci si domanda quanto fossero potenti le lobby della floricultura nella Prima Repubblica fra garofani socialisti, Margherite, Ulivi e Rose nel pugno...

Ad ogni modo, la strategia è stata affinata e ora funziona. Il messaggio politico del movimento è stato tarato sul mercato ittico: abbasso Salvini e viva gli immigrati, ghiotti dei suddetti pescetti. Come d'altronde i siciliani e i veneti, ma sta' a guardà la lisca. Peccato solo sia pesce azzurro: era meglio rosso, ma il tonno costa. Si attende dunque la petizione dei 5 Stelle contro il voto di scambio in saor e la contromossa di Confagricoltura che lanci le Pannocchie.

In attesa, vale la pena chiedersi se sia ancora il caso di far votare un Paese che cambia abitudini alimentari in base ai nomi dei partiti o se non sia meglio decidere chi governa con una raccolta di bollini.

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