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"Violentata da La Russa jr". Il padre: "Non ci sono reati"

L'indagine della Procura di Milano sul figlio Leonardo accusato da una 22enne. Oggi l'interrogatorio dei pm

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Un padre politico, un figlio, un accusa di stupro. È quasi una fotocopia del «caso Grillo» l'indagine che investe Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. L'indagine della Procura di Milano a carico del 19enne viene resa nota ieri dal Corriere della sera, e confermata dagli inquirenti milanesi. Come nel caso del fondatore dei 5 Stelle, anche Ignazio La Russa sceglie di prendere apertamente le difese del figlio, dicendosi convinto della sua innocenza. Una difesa, precisa poi la seconda carica dello Stato, che non si traduce in una accusa alla ragazza.

Non è la prima volta che La Russa deve intervenire a difesa dei figli. Anni fa, quando un altro dei suoi ragazzi venne indicato come uno dei «giovani bene» che avevano devastato la casa del cantautore Roberto Vecchioni, pur ammettendo «di essere un padre drammaticamente assente» aveva detto «stasera gli parlo e se mi dice che è andato a imbucarsi a quella festa lo suono di botte».

Anche stavolta, e davanti a una accusa ben più pesante, La Russa sceglie di parlare col figlio, anzi di «interrogarlo». Dall'interrogatorio esce «con la certezza che Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante». L'unico rimprovero che si sente di muovere al figlio è di «aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato».

Tutto, infatti, accade nella abitazione milanese del presidente del Senato, un appartamento su due piani nel centro della città. La notte del 18 maggio, un giovedì, Ignazio La Russa e la moglie sono a casa, Leonardo rientra a tarda notte in compagnia di una ragazza di 22 anni, una sua ex compagna di liceo, rincontrata la sera stessa in una discoteca. La ragazza nella denuncia, presentata nei giorni scorsi, spiega che già al momento di arrivare nell'appartamento non era più in sè, i suoi ricordi si fermano in discoteca, quando dopo l'incontro con La Russa junior beve due drink. Da lì in poi, il buio fino a mezzogiorno, quando si sveglia nuda nel letto del giovane, anche lui senza vestiti. É lo stesso Leonardo a raccontarle che hanno fatto sesso sotto l'effetto di sostanza stupefacenti, e che a loro si sarebbe unito anche un amico che dormiva nella stanza accanto. Alle 12 e mezza, dice la ragazza, nella stanza si affaccia anche Ignazio La Russa.

É l'unico passaggio su cui le versioni coincidono: anche il presidente del Senato dice di avere visto la giovane, «ed era tranquilla». Su tutto il resto - dato per pacifico che Leonardo e la sua ex compagna di liceo hanno avuto rapporti intimi - le versioni divergono: soprattutto sul dato cruciale, le condizioni psichiche della ragazza, le droghe assunte, la sua capacità di fornire un consenso degno di questo nome. L'avvocato della giovane, che sta svolgendo indagini difensive, chiede «come possa una ragazza avere assunto della cocaina e non ricordare nulla fino all'indomani, laddove la cocaina è nota essere sostanza eccitante e non che provochi sonnolenza». L'ipotesi implicita è che nei due cocktail ci fosse qualche altra sostanza. Ma la Procura non esclude la possibilità che la cocaina, «pippata» volontariamente dalla giovane in discoteca, abbia scatenato una reazione opposta incrociando i tranquillanti a base di benzodiazepine che la ragazza ha dichiarato di assumere: come confermato dall'esame tossicologico alla clinica Mangiagalli, poche ore dopo la notte a casa La Russa.

Il primo interrogatorio della ragazza da parte dei pm dovrebbe avvenire tra oggi e domani.

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