Violenze sull'educatrice. Arrestati quattro minorenni

La donna è stata picchiata e palpeggiata dai ragazzi. Non li ha denunciati subito perché si sentiva in colpa

Violenze sull'educatrice. Arrestati quattro minorenni

Milano - Picchiata, palpeggiata, spogliata e minacciata con un coltello. Nudi, mimando gli atti sessuali, insultandola, portandole via il telefonino affinché non avvisasse nessuno e gettandole anche dell'urina addosso. Notte da incubo per una educatrice trentenne di una Comunità minorile del Varesotto che a marzo, quando era di turno da sola, è rimasta nelle mani di quattro ragazzi, tutti minori italiani, che l'hanno tenuta in ostaggio fino all'alba. Una notte da dimenticare che però poi, per fortuna, non è stata dimenticata ed è sfociata in una denuncia e un'indagine. In un provvedimento del gip del Tribunale dei minori di Milano che ha disposto la detenzione al Beccaria per i due principali responsabili, un 15enne e un 14enne, e per la misura detentiva in un'altra comunità di un 16enne e un 17enne loro complici. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo con l'aggravante di aver colpito una persona incaricata di pubblico servizio, di lesioni personali e minacce.

Una notte di abusi che un'indagine dei poliziotti del Commissariato di Busto Arsizio coordinata dalla procura minorile ha ricostruito punto per punto ma non da subito perché la donna, sotto shock, all'inizio ha preferito tacere. «Si sentiva in colpa - hanno raccontato gli agenti - Non si sentiva all'altezza delle sue responsabilità per non essere stata in grado di fare fronte alla situazione mentre si trovava, per la prima volta sola, nella comunità durante un turno di notte». Non solo. La denuncia non era stata immediata anche perché, nelle ore successive alle violenze, i quattro giovani tutti ragazzi provenienti da famiglie «difficili» e che già avevano manifestato la loro aggressività in comunità, avrebbero cercato di convincerla a lasciar perdere, provando a spiegarle che si era trattato solo di scherzi pesanti e di una ragazzata. Così dopo l'aggressione l'educatrice rimane in silenzio. Due settimane senza raccontare nulla a nessuno. Poi però non ce la fa più e, grazie all'aiuto dei responsabili della struttura, decide di rivolgersi alla polizia. E così quella notte da dimenticare torna alla luce in tutta la sua assurdità e la sua violenza. Vengono ricostruiti gli abusi, ripresi in parte delle telecamere della struttura che i ragazzi provano a coprire per evitare di essere filmati. Viene ripreso un bastone, i tentativi di violenza, il coltello, le minacce e le angherie. Comincia tutto a mezzanotte, dopo che i quattro con una scusa vanno a svegliarla nella sua stanza. C'è un primo tentativo di violenza, poi un secondo, poi l'educatrice che cerca inutilmente di fuggire. Ore interminabili, con i quattro che iniziano anche a scardinare gli armadietti della cucina e a rubare provviste. E con la donna che prova a difendersi come può, che tenta di governare una situazione ormai ingovernabile. Così fino all'alba quando nella comunità rientra un altro educatore e tutto, apparentemente, torna alla normalità.

«Normalità» che dura un paio di settimane quando l'educatrice va in commissariato e anche in ospedale dove le riscontrano ecchimosi e segni delle percosse. Fine di un incubo. E di una notte che ora si deve davvero cominciare a dimenticare.

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