Il vittimismo (a vuoto) di Ghali

Ci risiamo, Ghali denuncia di essere vittima di censura per le proprie posizioni a favore della Palestina e di essere stato "cancellato" dallo show di Radio Italia

Il vittimismo (a vuoto) di Ghali
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Ci risiamo, Ghali denuncia di essere vittima di censura per le proprie posizioni a favore della Palestina e di essere stato «cancellato» dallo show di Radio Italia. Nel primo dei concerti di Radio Italia, quello in Piazza Duomo il 15 maggio a Milano, aveva chiesto un minuto di silenzio per tutte le vittime in Palestina e quindi, per «vendetta», sarebbe stato tolto dalla scaletta dell'evento analogo previsto a Napoli il 27 maggio. «Sono stato punito per questo». Pronta la risposta di Radio Italia: «Un equivoco». In sostanza «l'invito per Ghali era inizialmente previsto per l'evento di Napoli, in seguito, su insistenza dello stesso artista e del suo management, direttamente con il nostro presidente, si era riusciti ad inserirlo nel cast di Milano. L'invito per Napoli è quindi automaticamente decaduto e, infatti, il nome di Ghali non è mai apparso nell'elenco ufficiale del cast pubblicato il 28 maggio». Vabbé sarà stato pure un equivoco, un fraintendimento, ma poco importa. Importa che ci sia una vocazione quasi compiaciuta al vittimismo, una tendenza che, come si sa, porta sempre attenzione e partecipazione. Si dirà: era già accaduto a Sanremo con l'ormai famoso «stop al genocidio» che aveva scatenato polemiche e interventi dei vertici Rai. Ma qui non è la stessa situazione. Radio Italia è un editore privato, non pubblico, e ha tutte le facoltà per scegliersi liberamente la scaletta dei propri eventi.

Quindi già questo sposta l'accaduto su di un altro piano visto che, oltretutto, Radio Italia non è certo conosciuta nell'ambiente per avere pregiudiziali politiche. Per fare altra polemica e alzare ancora di più i toni, forse Ghali avrebbe potuto scegliere un altro scenario. Oppure, più semplicemente, informarsi meglio e non esporsi a una smentita così chiara e netta.

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