Radical chic

Voghera, Saviano insulta Salvini: "Lega una banda e lui il capo"

L'attacco dello scritto dal Carroccio dopo i fatti di Voghera: "Parole immonde sull'omicidio"

Voghera, Saviano insulta Salvini: "Lega una banda e lui il capo"

Sarà colpa mia, lo ammetto, ma ogni volta che sento Roberto Saviano parlare non lo capisco. Inizia il discorso, si ferma, ricomincia, poi fa pause così lunghe che io di solito occupo per accendere la macchina del caffè, infilare la cialda, premere il pulsante, attendere, bere il caffè e pulire pure la tazzina. Dicevo, le interruzioni sono così lunghe che alla fine uno perde il filo e finisce col non capirci una mazza. Per fortuna (ironico), oggi Roberto da Napoli ha aggiunto un breve testo per spiegare (si fa per dire) il suo ragionamento sulla vicenda di Voghera. E dunque, volenti o nolenti, ci ritroviamo qui a commentare l’ennesimo gratuito attacco al Carroccio.

Lo scrittore, al pari del compagno di merende radical chic Gad Lerner, la pensa così: le parole di Salvini, sceso in campo a difesa del suo “assessore-sceriffo”, sono “vergognose”. Poco importa se ancora le indagini sono in corso, se il pm ha derubricato l’accusa da “omicidio volontario” a “eccesso colposo di legittima difesa” (ancora, peraltro, da verificare), poco importa se fino a prova contraria siamo tutti innocenti (benedetta Costituzione): per Saviano “siamo in presenza di un gesto razzista" e "razzista è la difesa di quel gesto”. Ma certo, no? Noi siamo ancora incerti su quanto accaduto, aspettiamo la decisione del Gip, studiamo i dettagli e le carte che trapelano. Ma lui no. Saviano è sicuro, strasicuro, sicurissimo che si tratta di odio razzista.

Ora, da questa rubrica ci arrischiamo a segnalare umilmente al buon Saviano che ogni qual volta la sinistra cavalca un caso di questo tipo sventolando xenofobia, fascismo e omofobia, poi la cronaca si occupa di svergognarla malamente. Avete presente le uova lanciate all’atleta di colore? Ecco. La storia suggerirebbe prudenza, ma Roberto lo scrittore se ne infischia. Parla di “omicidio”, di “assessore assassino”, di “bande” e posizioni “antidemocratiche, illegittime e pericolose”.

Direte: ma che ‘sta a dì? Boh. In pratica per Saviano, Salvini non si sarebbe dovuto schierare a difesa del suo assessore. Avrebbe anzi dovuto “scusarsi a nome del partito”, “prendere le distanze” dal fattaccio e soprattutto “dare spazio all’inchiesta”. Ora, lungi da noi fare gli avvocati del diavolo. Però a scorrere le agenzie (Ansa esclusa), mentre “fonti leghiste” precisavano il dettaglio della “risposta ad una aggressione” (confermata ore dopo da un video), Nardella, M5S e sinistre tutte unite in coro già emetevano sentenze definitive. Domandina: perché allora Saviano non ha rivolto la stessa reprimenda ai commentatori della prima ora pronti a condannare l'assessore? Tipo: “Le parole dei politici sono immonde, perché prima di sparare giudizi avrebbero dovuto lasciare spazio all’inchiesta”. No?

Non si capisce poi perché il leghista avrebbe dovuto “prendere posizione contro l’uso delle armi”. Se la Lega, che s’è spesa in Parlamento per approvare la legittima difesa, condannasse l’acquisto di pistole, apparirebbe vagamente schizofrenica. Sbaglio? Non è peraltro ben chiaro per quale motivo Salvini avrebbe dovuto affermare che “vicende di questo tipo non si risolvono col conflitto o con i colpi di pistola”. Mi scusi, Saviano: quali “tipo di vicende”? Ha per caso informazioni che noi ignoriamo? Perché per come la mette lei, pare che Adriatici - infastidito da Youns - lo abbia praticamente giustiziato per liberare la città da una persona “malata” e “pregiudicata”. Invece, per ora i video dimostrano che un cazzotto l’assessore se l’è preso eccome. E che una colluttazione c’è stata. Poi non ci inoltriamo oltre, perché noi - a differenza di Saviano - aspettiamo almeno che si chiariscano meglio i fatti.

Nel video, Saviano conclude così: “Le parole che Matteo Salvini ha speso in difesa di un suo uomo, l'assessore assassino di Voghera sono parole immonde, ignobili, non degne del dibattito democratico. E mostrano ancora una volta che la Lega è una banda. E Salvini è il capo di questa banda". Perché “giustificare un omicidio, dicendo che l'altro era un alcolista, che l'immigrato era un noto disturbatore, un homeless, è pericolosissimo. In questi casi c'è la polizia e ci sono le denunce”.

Alla faccia, ribadiamo, di chi voleva lasciare “spazio all’inchiesta”.

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