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"Sovranità alimentare? Non è concetto fascista". Lollobrigida smonta le accuse della sinistra

Davanti alla sinistra che confonde autarchia e sovranità alimentare, il ministro Francesco Lollobrigida spiega il senso del "nuovo" ministero dell'Agricoltura

"Sovranità alimentare? Non è concetto fascista". Lollobrigida smonta le accuse della sinistra

Da due giorni, il ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare è al centro della polemica da parte della sinistra, che con toni e con argomenti risibili e ridicoli cerca di convincere gli italiani che quel ministero sarà un retaggio fascista. Una colpevole confusione tra autarchia e sovranità, che non può essere giustificata e che lo stesso ministro Francesco Lollobrigida spiega in un'intervista rilasciata al Corriere della sera.

Cos'è la sovranità alimentare

"Sovranità Alimentare non è un concetto fascista. Ma un principio che nazioni con governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione: penso all’Ecuador, al Venezuela", ha detto l'esponente di Fratelli d'Italia. Non c'è nessuna nostalgia del Ventennio nella nuova nomenclatura dell'ex ministero delle Politiche agricole, visto che i primi a inserire la "sovranità alimentare" nella dicitura ufficiale del ministero dell'Agricoltura sono stati i francesi sotto la presidenza di Macron. E il presidente francese punta a sinistra. Ma non solo, perché il presidente di Slow food, Carlin Petrini, intervistato da la Repubblica, ha fatto notare che quello di sovranità alimentare è "un concetto su cui scommettono tutti i movimenti agricoli del mondo" e che "un ministero così avrebbe dovuto farlo un governo di sinistra".

Lo spunto dal ministero francese

Come ha sottolineato lo stesso Lollobrigida nella sua intervista al Corsera, l'Italia ha semplicemente "copiato" i cugini d'oltralpe, perché "la Francia ha la capacità di difendere i propri interessi nazionali. E credo che ogni nazione dovrebbe avere il dovere e il diritto di difendere le proprie eccellenze alimentare". E stanno a zero le battute, come quella della Boldrini sui social, perché sovranità alimentare non significa "mettere al bando prodotti stranieri" ma avere la capacità di proteggere le nostre eccellenze dalle copie come il "parmesan" o il "prosec".

Niente che abbia a che fare con l'autarchia: "Sovranità alimentare significa tutelare l’economia e rimettere al centro della produzione il rapporto con i coltivatori non solo per proteggere una parte della filiera agroalimentare, ma la cultura rurale". Quindi, il ministro, punge la sinistra che oggi si indigna: "Perché non ha obiettato nulla quando ha firmato il protocollo d’intesa con la Francia in cui c’era anche il ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire?".

La difesa del Made in Italy

Paesi come il nostro, che hanno una storia e una cultura alimentare con una tradizione secolare, non possono accettare il concetto che "l’importante è nutrirsi. A prescindere da dove e come viene prodotto il cibo". L'Italia, al pari di altri Paesi che già lavorano in tal senso, non ha solo il diritto ma ha anche il dovere di tutelare i suoi prodotti, perché "il prodotto italiano è un’eccellenza nel mondo. E il legame con il territorio è di primaria importanza". E tra gli obiettivi del ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare c'è, quindi, quello di "tutelare i piccoli allevatori e un’economia di qualità che difenda anche il territorio".

L'Italia arriva da anni in cui la politica ha lasciato che fossero terzi, all'esterno, a gestire la sue dinamiche interne, con il risultato che ben conosciamo. Occorre tornare a essere al fianco degli operatori del settore primario, perché da quello dipendono numerosi fattori, anche quelli di dissesto idrogeologico, "che è causato dall’abbandono dei coltivatori agricoli che prima pulivano gli argini e il letto dei fiumi.

Per evitare la desertificazione di quei territori dobbiamo incentivare i piccoli imprenditori".

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