Il Pil italiano nel terzo trimestre è cresciuto più delle attese con un rimbalzo del +16,1% sui tre mesi precedenti che erano proprio quelli del lockdown. Il raffronto con il periodo aprile-giugno, caratterizzato da una flessione congiunturale del 13% (-18% sull'anno) ha prodotto una sorta di effetto «boom» simile a quello francese (+18,2%) e più marcato di quello tedesco (+8,2%). La variazione acquisita per il 2020 (cioè con crescita zero nel quarto trimestre) è pari a -8,2 per cento. I numeri dell'Istat, seppur provvisori, sono migliori delle stesse stime della Nadef (-9% nel 2020). Il notevole rimbalzo del Pil «testimonia la capacità di risposta della nostra economia e l'efficacia delle misure decise dal governo», ha spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo alla Giornata del risparmio. L'entità della ripresa, ha proseguito, «è tale che la previsione pubblicata nella Nadef resterà valida anche nell'eventualità che nel quarto trimestre si verifichi una flessione dell'attività economica dovuta alle misure restrittive».
Le politiche anticrisi del governo, pertanto, non cesseranno a breve. Lo ha confermato ieri il premier Giuseppe Conte nell'incontro con i sindacati annunciando «uno sforzo finanziario ulteriore» per «dare un messaggio a tutto il mondo lavorativo di certezza e sicurezza»: il blocco dei licenziamenti sarà prolungato fino alla fine di marzo e la cassa-Covid sarà gratuita per i datori di lavoro
L'esuberanza di Gualtieri è perciò giustificata in quanto lo stesso governo per il periodo luglio-settembre si aspettava una crescita del +13,6 per cento. Ma proprio da Via Nazionale è giunto un monito a frenare i facili entusiasmi. «La ripresa dell'epidemia minaccia di incidere sui risultati conseguiti: vi è il rischio che l'aumento dei casi di contagio - anche qualora venisse contrastato con misure meno drastiche di quelle adottate in primavera - si ripercuota negativamente sulla fiducia e sulla spesa delle famiglie e delle imprese», ha sottolineato il governatore Ignazio Visco nel suo intervento alla Giornata del risparmio. Non si tratta di interpretare il ruolo di Cassandra, ma di fare i conti con le usuali risposte alle situazioni di crisi come quella che stiamo attraversando. «L'aumento della propensione al risparmio - ha sottolineato - se non si accompagna a un'adeguata ripresa degli investimenti può causare una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi, alimentando, a sua volta, una ulteriore crescita delle intenzioni di risparmio, innescando un circolo vizioso».
In quest'ottica si può spiegare la promessa di Gualtieri alle Fondazioni bancarie, investitori
attenti al sociale messi a dura prova dal blocco causa Covid dei dividendi delle banche. «Stiamo studiando quali siano le forme appropriate per sostenerle attraverso la leva fiscale già in questa legge di Bilancio», ha detto.
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