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Vos Thalassa, convalidati i due fermi

E il premier Conte scrive a Praga: «La nostra strada porta alla legalità»

Vos Thalassa, convalidati i due fermi

Il gip di Trapani, Caterina Brignone, ha convalidato il fermo dei due migranti giunti a Trapani il 12 luglio con altri 65 su nave «Diciotti» della Guardia costiera. Il sudanese Bichara Tjiani Ibrahim Mirghani, di 31 anni, e il ghanese Ibrahim Amid, di 26 anni, sono accusati, in concorso, di resistenza, violenza e minaccia a un pubblico ufficiale, aggravati e continuati, nei confronti del comandante, del primo ufficiale e del marinaio di guardia del mercantile italiano Vos Thalassa. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. Contestato anche il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, dopo il salvataggio in area Sar libiche, il rimorchiatore ha contattato il centro di coordinamento di Roma che ha interessato la Guardia costiera libica, la quale ha dato istruzioni al cargo di dirigersi verso le coste africane per effettuare il trasbordo su una motovedetta libica. A quel punto gli indagati, nella notte tra l'8 e il 9 luglio, insieme ad altri non ancora identificati, hanno accerchiato, spintonato e minacciato di morte (mimando il taglio della gola e di gettarlo in mare) il marinaio di guardia. Analoghe minacce al primo ufficiale, tanto da indurre il comandante a invertire la rotta, verso le coste italiane, per fare ritorno sul punto di soccorso, chiedendo con urgenza l'intervento delle autorità italiane e ricevendo il soccorso della «Diciotti».

I due sono accusati anche di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, in quanto, con quel comportamento, puntavano a favorire l'ingresso illegale in Italia. Intanto il premier Giuseppe Conte ha scritto una lettera aperta al primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, che domenica scorsa aveva parlato di «strada verso l'inferno» riferendosi alla gestione italiana dei 450 migranti (che messi in salvo verranno accolti in diversi Paesi europei). «Non abbiamo affatto imboccato la strada verso l'inferno, ma -scrive Conte- abbiamo piuttosto scelto la strada maestra della legalità, della responsabilità condivisa della gestione del fenomeno migratorio, dell'azione concreta, focalizzata e di matrice autenticamente europea». «Chi mette piede in un Paese europeo mette piede in Europa. L'altra faccia di tale principio è che nessuno di noi può pensare di fare da solo! Parliamone, caro Andrej. Ti invito a Roma, quando vorrai, per confrontarci e approfondire l'approccio europeo proposto dall'Italia», prosegue il premier. Conte ha infatti potuto far fronte all'ennesima crisi migratoria mettendo in salvo 450 migranti, scrive lui stesso, «con modalità rispettose dei diritti delle persone e in piena coerenza con le conclusioni che tutti insieme abbiamo adottato al Consiglio Europeo dello scorso giugno». Conte poi rassicura riguardo alla sfida che l'Europa si trova davanti rispetto all'emergenza immigrazione, e ci tiene a tranquillizzare il collega della Repubblica Ceca, «ben lontani da un'irrealistica apertura delle frontiere, né tantomeno vogliamo un'accoglienza indiscriminata».

L'Italia propone invece un

cambio di prospettiva dell'Ue, un approccio multilivello e organico che passa attraverso azioni condivise per contrastare la migrazione illegale e tutelare coloro che davvero hanno diritto alla protezione internazionale.

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