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Voti e soldi persi. Il crac Terzo polo è anche finanziario. E dopo il divorzio riparte la diaspora

Addio sogni di gloria se si sfaldano i gruppi parlamentari unitari.

Voti e soldi persi. Il crac Terzo polo è anche finanziario. E dopo il divorzio riparte la diaspora

Carlo Calenda si rifugia nella città della pace in cerca di meditazione. Lo stato maggiore di Azione si raduna ad Assisi per una due giorni di incontri e riflessioni organizzata da Harambee, l'associazione culturale fondata da Matteo Richetti ai tempi del Pd. La terra di San Francesco è il luogo ideale per ricompattarsi dopo il fallimento del progetto di partito unico con Italia Viva. Calenda impone il silenzio stampa ai suoi, ma non rinuncia a un nuovo affondo contro gli ex compagni di viaggio: «Ho rotto con il Pd quando ha tradito la parola alleandosi con Renzi e i 5S. Ho rotto con Letta quando ha trasformato l'agenda Draghi in quella Bonelli/Fratoianni/Di Maio. Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico».

Il leader di Iv ribatte: «In queste ore Carlo Calenda sta continuando ad attaccarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti». «Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c'era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste», replica insomma Matteo Renzi.

Al netto del botta e risposta, la certezza è la morte del progetto del partito unico. Nonostante in queste ore siano al lavoro i pontieri. Due su tutti: Ettore Rosato e Enrico Costa. Mara Carfagna infrange il silenzio stampa per lanciare accuse contro Renzi: «La trattativa sul partito unico è stata interrotta perché non portava da nessuna parte, e Italia Viva lo sa bene. È inspiegabile l'acrimonia con cui, a tre giorni di distanza, Italia Viva continua a sparare su Carlo Calenda. Non tutte le trattative vanno a buon fine e il diritto a difendere la propria visione esiste per tutti, per loro come per noi. Ne prendano atto, voltino pagina».

Da Forza Italia Maurizio Gasparri infila il dito nella piaga contro gli ex colleghi Fi: «A quanti hanno fatto scelte diverse dalle nostre, illudendosi di vivere nuove stagioni di gloria al seguito di Calenda e nel connubio con Renzi, alla luce dei gravi insulti che si stanno scambiando i due, con accuse da codice penale, viene spontaneo chiedere: ne valeva la pena? Lo dico senza polemica. E penso a persone come Gelmini o Moratti. Non faccio inviti al ritorno, inopportuni e per i quali non dovrei titolo, ma dico, alla Marzullo, fatevi una domanda e datevi una riposta». Dal fronte Pd, Elly Schlein resta defilata. Ora la prima questione da affrontare riguarda i gruppi in Parlamento. Se si sciolgono si perdono milioni di euro. La seconda questione aperta è il futuro dei due partiti. Azione avvierebbe nelle prossime settimane un percorso costituente che porterebbe alla nascita di un nuovo soggetto politico. Del quale Calenda sarà leader. Dovrebbe essere confermata la road map del Terzo Polo: tempi strettissimi, tra giugno e ottobre. Discorso diverso per Italia Viva: da subito scattano i congressi comunali, provinciali e regionali. Per arrivare poi al congresso nazionale, che cadrà però dopo le Europee, per la scelta del leader che avverrà con le primarie. Luigi Marattin ha una visione leggermente diversa sul futuro di Iv: «L'idea di un partito nuovo dei riformisti è intatta. Se gli attuali protagonisti hanno fatto queste scelte, ne troveremo altri». La Leopolda, pomo della discordia tra Renzi e Calenda, si terrà dall'8 al 10 marzo del 2024.

Alla vigilia delle Europee.

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