Cronache

Willy massacrato a terra. L'inchiesta si allarga: altri tre giovani nel branco

Si aggrava la posizione del fratelli Bianchi Minacce al loro avvocato: "Ti ammazziamo"

Willy massacrato a terra. L'inchiesta si allarga: altri tre giovani nel branco

Roma Colleferro. Nuovi indagati per la morte di Willy Monteiro Duarte. Rissa aggravata e lesioni gravi le accuse in queste ore al vaglio della Procura di Velletri, ma non solo. Nel mirino del pm ci sarebbero almeno altri tre ragazzi tra i quali Federico Zurma, l'amico di Willy che, assieme ad Alessandro Rosati, avrebbe avuto un ruolo chiave all'origine della discussione con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Questi ultimi due già arrestati per omicidio preterintenzionale.

Belleggia, in particolare, nonostante in un primo momento abbia fatto da paciere nella discussione con Rosati prima e Zurma dopo, ha riacceso la lite spingendo giù per le scale del «Due di Picche» Zurma che lo avrebbe provocato. E se per alcuni avrebbe picchiato anche lui Willy, lo stesso si difende dicendo di aver «sbracciato» nella mischia per sedare la rissa. E nella ricostruzione dell'aggressione mortale rientra in gioco anche il quinto indagato, ovvero Edoardo Tondinelli che si era allontanato con il Suv verso il cimitero. Quando i Bianchi tornano in piazza Oberdan resta davvero in auto? Si aggravano, inoltre, le posizioni dei fratelli Bianchi.

La ferocia dell'aggressione confermata dall'esame autoptico, i colpi inferti al 21enne anche quando era a terra esanime, il mancato soccorso potrebbero determinare una nuova accusa contro di loro per omicidio volontario aggravato. Non è finita. Michele Cerquozzi, 26 anni, l'amico che telefona a Marco Bianchi chiedendo aiuto: «Stiamo litigando con quelli di Colleferro, correte». Il ragazzo, insomma, potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati come istigatore del pestaggio e quindi dell'omicidio. Il giovane sarà ascoltato nei prossimi giorni, come richiesto dall'avvocato Massimiliano Pica difensore dei Bianchi e di Pincarelli, in quanto «persona informata dei fatti» e scagionare gli stessi Bianchi che continuano a sostenere di non aver toccato Willy se non con una spinta. Una versione, del resto, che non convince il gip tanto da decidere di convalidare il fermo per i primi tre. A provare il loro ruolo attivo nel pestaggio a sangue di Willy saranno i rilievi sugli abiti degli arrestati e sull'auto usata per la fuga, l'Audi Q7 intestata a Isa Zitelli, compagna di Alessandro Bianchi, fratello di Gabriele e Marco. Si attendono, in particolare, i risultati degli esami di laboratorio sugli anelli e sulle scarpe dei fratelli incriminati: contengono tracce del sangue di Willy?

Al vaglio degli inquirenti i telefoni cellulari di almeno dieci persone. A cominciare da quelli di Gabriele e Marco Bianchi. La compagna di Gabriele, incinta di sei mesi, non vedendolo rientrare, sono passate le 3 di notte, lo cerca. Ma lui non risponde, probabilmente lo smartphome è scarico. Chiama, preoccupata, Cerquozzi che contatta Marco. Michele chiede anche aiuto, il rischio è che quelli di Colleferro gliele diano di santa ragione per aver dato fastidio alle loro ragazze. Sono davvero «vicino al cimitero, consumando un rapporto sessuale con tre ragazze» di cui non conoscono il nome?

Possibile che le tre donne non siano andate in caserma per confermare questa versione? Intanto minacce di morte sono giunte all'avvocato Massimiliano Pica e a suo figlio attraverso vari social.

E una telefonata anonima a studio: «Dite all'avvocato che l'ammazziamo».

«Situazione aggravata da notizie inventate - spiega il legale -, come quella dell'aggravante razziale, mai ipotizzata dalla Procura».

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