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Willy, orrore senza fine. "Il cuore spaccato in due"

L'autopsia: polmoni, milza e pancreas lesionati dalle botte. Il sindaco: violenza inimmaginabile

Willy, orrore senza fine. "Il cuore spaccato in due"

Già i verbali della morte di Willy Monteiro Duarte avevano raccontato di una violenza inaudita, cieca, senza un perché. Gli esiti degli esami preliminari dell'autopsia sul corpo del ragazzo italiano di 21 anni di origine capoverdiana ucciso durante un pestaggio a Colleferro, adesso, aggiungono dettagli ulteriormente crudeli alle modalità con cui i fratelli Bianchi la notte dello scorso 6 settembre lo hanno massacrato fino ad ucciderlo.

I due picchiatori, accusati del delitto insieme ad altri due balordi della zona, hanno colpito con una forza tale da spaccargli il cuore in due. I medici legali dell'ospedale di Tor Vergata hanno riscontrato all'organo una lesione di circa sette centimetri e danni anche a polmoni, milza, fegato e pancreas, traumi talmente importanti da far ipotizzare l'uso di una spranga, un bastone o un tira pugni, anche se in realtà il pestaggio risulta avvenuto a mani nude, e da rendere difficile individuare la causa esatta della morte del ragazzo, che ha avuto come unica colpa quella di essere intervenuto per difendere un amico aggredito in strada. Willy è stato colpito con ferocia, mentre era già a terra - come hanno raccontato i testimoni - alla testa, al collo, al torace e all'addome, almeno sei lesioni che hanno causato anche emorragie interne. Per il medico che ha effettuato l'esame autoptico Willy «è stato vittima di un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive». Ma le botte ricevute a torace e addome hanno causato danni irreparabili.

«Le indiscrezioni emerse dall'autopsia di Willy tornano a far bruciare una ferita che è aperta e sicuramente tale resterà per molto tempo. Credevo di aver avuto notizie ufficiose già abbastanza pesanti, come quella che parlava del colpo mortale al collo: oggi sappiamo del cuore spaccato, di una violenza oltre l'immaginabile», è il commento di Domenico Alfieri, sindaco di Paliano. «La vita qui è ripresa a fatica, dopo l'aggressione e la morte di Willy - spiega il primo cittadino - il dolore non si è affatto attenuato, anzi si fa forte la consapevolezza che la ferita è profonda, inutile nasconderlo».

L'inchiesta della Procura di Velletri, intanto, va avanti. Mentre i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli, arrestati per omicidio volontario aggravato da futili motivi hanno chiesto tramite i legali di essere posti nel reparto protetto del carcere di Rebibbia per motivi di sicurezza, due giorni fa i magistrati hanno ascoltato in procura a Velletri, Vittorio Tondinelli, il quinto occupante dell'Audi che ha consentito ai quattro aggressori di Willy di fuggire subito dopo il pestaggio. Si tratta dell'amico dei quattro e viene considerato un teste chiave. Al momento non risulta indagato, anche se all'interrogatorio era accompagnato da un legale. Gli investigatori hanno anche passato al setaccio l'auto dei fratelli Bianchi, dove sarebbero state riscontrate tracce biologiche.

Meno pesante la posizione del quarto del gruppo, Francesco Belleggia, che avrebbe cominciato a collaborare con gli inquirenti.

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