Zangrillo insultato alla festa dell'Unità: "Frasi violente contro di me"

Il ministro: "Inaccettabile da un partito che si definisce democratico". La solidarietà del governo

Zangrillo insultato alla festa dell'Unità: "Frasi violente contro di me"
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Dicono di essere democratici ma nei fatti dimostrano il contrario, com'è accaduto alla festa di Torino del Partito democratico alla quale ha partecipato come ospite anche il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo (nella foto), insultato e fischiato dai sostenitori del Pd. È stato invitato a dialogare con la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd) dei principali temi dell'attualità politica nazionale, ma soprattutto dello ius scholae che, come dimostrano i recenti dibattiti, e come anticipato dallo stesso ministro prima di iniziare, vede FI e Pd non eccessivamente distanti. Ma quando la discussione si è spostata sul tema della sicurezza gli animi si sono agitati.

"Non dobbiamo rendere impossibile la vita ai cittadini, corso Giulio Cesare è così pericoloso che ho vietato a mia figlia di andarci, l'unica cosa che ha fatto il sindaco Lo Russo per le periferie è stata legalizzare Askatasuna", ha dichiarato il ministro. In quel momento dalla platea sono iniziati ad arrivare al suo indirizzo i fischi, qualche "buu" e anche alcuni insulti. "Credo che il dialogo e il confronto siano le basi della nostra democrazia", ha spiegato il ministro Zangrillo in una nota successiva. Purtroppo, ha però aggiunto, "durante l'evento, sono stato insultato. È grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi ha opinioni diverse".

Il ministro ha quindi ricordato i toni poco istituzionali tenuti dal M5S in Aula contro Antonio Tajani e l'uccisione dell'influencer Maga Charles Kirk. "Abbassiamo i toni. Rispettiamo le idee altrui. Facciamo politica con responsabilità", ha concluso Zangrillo, che ha ricevuto la solidarietà di molti.

"Esprimo la solidarietà mia personale e del Governo" ha detto la premier Giorgia Meloni parlando degli "insulti subiti". "Il confronto politico, anche acceso, non deve mai trasformarsi in aggressione verbale o mancanza di rispetto - ha aggiunto - Serve da parte di tutti la responsabilità di abbassare i toni e di contribuire a un dibattito pubblico civile e costruttivo. "Rinnovo l'invito affinché linguaggi violenti e ostili lascino spazio al confronto, anche duro ma comunque democratico e rispettoso, ha dichiarato anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha solidarizzato con il ministro sottolineando che "il confronto politico deve sempre basarsi sul rispetto e sul dialogo civile". Dello stesso tenore sono state le parole del ministro Anna Maria Bernini, secondo la quale è "triste che un momento pensato per il dialogo e il confronto politico si trasformi in occasione di offesa".

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