
Occhi puntati su Anchorage, dove gli scommettitori puntano su una tripla. Ovvero le rassicurazioni inglesi da un lato, ma anche la frustrazione ucraina per il vertice di oggi mescolata a timori sul modus con cui evolverà o meno la questione delle concessioni territoriali. Volodymyr Zelensky ha trascorso la vigilia del vertice di ferragosto dinanzi a una tazza di tè al numero 10 di Downing street, ospite del premier britannico che ha usato anche le leve delle relazioni bilaterali per smussare le ansie del leader ucraino.
L'incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin rappresenta una "praticabile possibilità di compiere progressi" verso la pace, ha affermato il governo inglese dopo i colloqui tra Sir Keir Starmer e Volodymyr Zelensky. Progressi, ha aggiunto, se ne potranno fare solo se Putin "prenderà provvedimenti per dimostrare che fa sul serio riguardo alla pace". Il succo dell'incontro londinese si ritrova nella proiezione sul dopo-Alaska, ovvero Starmer e Zelensky hanno provato a ragionare sul futuro della questione, compresa la fase post bellica. Ufficialmente "hanno fatto colazione in privato, durante la quale hanno discusso degli incontri e hanno convenuto che c'era un forte senso di unità e una ferma determinazione a raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina".
Dal canto suo il presidente ucraino ha parlato di "incontro produttivo" accompagnato da una discussione approfondita sulle possibili garanzie di sicurezza per l'Ucraina: "Abbiamo anche discusso in modo molto dettagliato le garanzie di sicurezza che possono rendere la pace davvero duratura se gli Stati Uniti riuscissero a fare pressione sulla Russia affinché fermi le uccisioni e si impegni in una diplomazia autentica e concreta", ha scritto in un post su X.
Ma non è tutto, perché la discussione ha riguardato anche il tema industriale con i possibili investimenti per la produzione di droni ucraini che svolgono un ruolo decisivo "sulla linea del fronte e le capacità dell'Ucraina di produrli sono eccezionali", ha aggiunto. Si tratta dei droni collegati via fibra ottica che hanno un vantaggio oggettivo: sfuggono alla guerra elettronica e danno vita ad una sorta di nuova guerra con regole del tutto nuove, perché volano attaccati ad un filo. In questo senso vanno lette le richieste esplicite di Zelensky a Starmer, che ha sollecitato Londra a partecipare a programmi specifici come il PURL, senza dimenticare l'Accordo di Partenariato Centenario tra i due paesi che verrà ratificato entro fine mese. Denari freschi che si sommerebbero ai propositi politici.
Ecco che però il tema della frustrazione di Zelensky resta immutato, al netto delle promesse inglesi, a causa delle parole di Donald Trump: crede che Putin raggiungerà un accordo durante l'incontro in Alaska, ma non è sicuro che si possa raggiungere un cessate il fuoco immediato. Altra frase indigesta a Kyev è quella giunta poco dopo da Mosca, secondo cui "al momento stiamo parlando delle discussioni fra Russia e Stati Uniti". Parole il portavoce Dmitry Peskov ha pronunciato rispondendo a una domanda sulla possibile presa in considerazione al summit della posizione espressa da Zelensky.
A confermare le ansie ucraine, palpabili nel vertice Starmer-Zelensky, ci pensa l'ex numero uno dell'MI6 Sir Alex
Younger secondo cui non c'è "assolutamente nulla" che suggerisse che Vladimir Putin avesse cambiato idea sulla volontà di conquistare l'Ucraina, piuttosto il capo del Cremlino pensa ad una "totale sottomissione" dell'Ucraina.