Guerra in Ucraina

Zelensky: "Troppi filo Putin in Italia, revocate i visti"

Il presidente ucraino grato all'Italia per l'accordo

Zelensky: "Troppi filo Putin in Italia, revocate i visti"

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Zelensky: "Meloni dalla nostra parte"

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E brava Giorgia. Joe Biden, raccontano, l'ha ringraziata al telefono, privatamente, alla fine del vertice. «Good job». Volodymyr Zelensky il giorno dopo invece lo fa in pubblico, davanti ai microfoni. «Meloni è dalla nostra parte - dice ai giornalisti italiani - e sono davvero grato alla vostra premier per la sua iniziativa e per aver voluto tenere il G7 da qui. Sono anche molto felice dell'accordo sugli aiuti firmato ieri». A due anni dall'invasione russa, a Roma è cambiato il governo ma non la linea di appoggio totale a Kiev. «Però ci sono tanti pro-Putin in Italia», si lamenta il presidente ucraino, e non è chiaro se ce l'abbia politicamente con la Lega o, più in concreto, con i propagandisti di professione per conto di Mosca. Comunque sia, per i secondi ha una soluzione pronta. «Prima di tutto dovreste cancellare i loro visti».

Ecco, anche questa «è un'arma da usare per aiutarci», spiega Zelensky. «Guardate che cosa succede quando i russi si trovano in un Paese occidentale e vedete gli sviluppi della guerra. Perciò credo che dovreste mandarli via». Agitatori, 007, specialisti nella disinfomatsiya, spioni veri e propri. «Le fughe di notizie» hanno dunque compromesso le mosse sul campo. «I piani della nostra controffensiva erano sul tavolo del Cremlino prima che il contrattacco iniziasse». Kiev ha già un elenco di nomi e gruppi. «Stiamo preparando una lista che non riguarda soltanto l'Italia sui promotori del Cremlino, una lista lunga che vogliamo presentare alla Commissione di Bruxelles, al Parlamento europeo, ai leader della Ue e degli Stati Uniti. Sono propagandisti e società vicine a Mosca che cercano di aggirare le sanzioni economiche».

Poi ci sono le armi vere, quelle che sparano. «Ci servirebbero. Ma non tutto dipende dall'Italia - dice ancora Zelensky - parliamo anche dell'Unione Europea e dei Paesi del G7. Magari non cose simili ai Patriot, ci sono pure i Samp-T, gli Iris-T e altre ancora. Non posso dire che sarebbero sufficienti, tuttavia utili si. Sarebbero buone». E insomma, conclude, «il 2024 sarà l'anno della svolta, la sopravvivenza e la vittoria dell'Ucraina, come il destino dell'Occidente, dipendono da voi».

Ne è convinta anche la Meloni. «Questa terra è la nostra casa e la difenderemo con voi», ha detto durante l'incontro. Servono azioni concrete. Il comunicato finale del G7 prevede infatti di far aumentare le spese belliche della Russia, diminuendo le entrate commerciali e inasprendo le sanzioni. Palazzo Chigi considera «un successo» questa presa di posizione, anche se il come, il quanto e il quando sono tuttora fumosi. Altro tema del vertice, che cosa fare dei soldi russi bloccati nelle banche della Ue. Solo in Belgio ci sono 270 dei 300 miliardi complessivi sequestrati. Washington, insieme con Londra, preme perché quelle risorse vengano subito scongelate e utilizzate per armare e sostenere l'Ucraina. L'Italia sarebbe d'accordo sul principio però vuole anche muoversi di concerto con l'Unione. Francia, Germania e i vertici di Bruxelles temono che una confisca generalizzata possa avere delle ricadute sulla capacità attrattiva dell'area euro, allontanando gli investitori. Il dossier subirà quindi un approfondimento, intanto forse arriveranno gli interessi.

Dieci miliardi.

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