Guerra in Ucraina

Zelensky: "Qui non è un film". E Biden fa studiare ai servizi la mente di Putin: "Instabile"

New York Joe Biden si presenta davanti al Congresso a Camere riunite per il suo primo discorso sullo stato dell'Unione, appuntamento dominato dall'invasione russa dell'Ucraina

Zelensky: "Qui non è un film". E Biden fa studiare ai servizi la mente di Putin: "Instabile"

Joe Biden si presenta davanti al Congresso a Camere riunite per il suo primo discorso sullo stato dell'Unione, appuntamento dominato dall'invasione russa dell'Ucraina, mentre l'intelligence Usa è concentrata sulla valutazione dello stato mentale di Vladimir Putin per ponderare le prossime mosse. Dopo che vari esperti hanno notato come il comportamento del leader del Cremlino sia diventato di recente «sempre più imprevedibile, erratico e irrazionale», gli 007 statunitensi stanno cercando di raccogliere più informazioni: valutare il suo stato mentale è infatti considerata una priorità per capire come potrebbe influenzarlo nelle sue decisioni future. Il problema di fondo è la difficoltà di ottenere dati di prima mano da un ambiente impenetrabile, e capire se si tratta di una instabilità reale o di una strategia per aumentare l'imprevedibilità e quindi il margine di manovra.

L'ex capo della National intelligence James Clapper ha già detto in pubblico quello che alcuni dirigenti americani rivelano in privato: «Personalmente penso sia instabile, sono preoccupato per la sua lucidità mentale e il suo equilibrio». Una posizione condivisa dall'ex ambasciatore Usa a Mosca, Michael McFaul, secondo cui Putin sembra «completamente disconnesso dalla realtà». Un cambiamento sul quale potrebbe aver inciso anche il lungo isolamento, quasi paranoico, dello zar durante la pandemia.

Biden, intanto, ha aggiustato sino all'ultimo il suo discorso davanti al Congresso: il Comandante in Capo voleva utilizzare l'appuntamento per rilanciare il suo operato mentre i sondaggi continuano a registrare nuovi minimi (secondo Washington Post e Abc il suo gradimento è al 37%), ma anche per dare una spinta alla corsa verso le elezioni di Midterm di novembre, dove i democratici rischiano di perdere una o entrambe le Camere. L'aggressione russa nel cuore dell'Europa, tuttavia, ha complicato i suoi piani. Mentre il presidente ucraino Volodymir Zelensky gli ha chiesto di inviare un messaggio «forte e utile» poiché «è una situazione molto seria, non siamo in un film», Biden punta a sottolineare il successo della sua amministrazione nel costruire una coalizione globale per «attenuare l'impatto dell'invasione dell'Ucraina sull'economia globale e sul popolo americano». Ma non può non fare i conti con il pessimismo di una nazione stremata dalla pandemia di Covid-19, scossa dall'aumento dell'inflazione e dai prezzi elevati del gas e ora improvvisamente al centro della peggiore crisi geopolitica dal crollo dell'Unione Sovietica. Sul fronte interno, sono tre i temi al centro dell'intervento: economia, Covid, e la nomina del nuovo giudice della Corte Suprema, dove Biden spera venga confermata Ketanji Brown Jackson, che sarebbe la prima donna afroamericana a far parte dei nove magistrati del massimo organo giudiziario americano. Tra i successi elencati dall'inquilino della Casa Bianca: la distribuzione di milioni di dosi di vaccino, il piano di soccorso per la pandemia che ha drasticamente ridotto la povertà infantile e la legge bipartisan sulle infrastrutture. La nostra strategia economica funziona e sta producendo «risultati storici», è il messaggio del presidente, pur ammettendo che resta comunque lavoro da fare sul fronte economico e in particolare sul caro prezzi, che sta «mangiando i progressi fatti». Proprio per questo Biden ha voluto illustrare il suo piano per ridurre i costi per le famiglie Usa: un'iniziativa che passa per il rafforzamento delle catene di approvvigionamento, la promozione di una maggiore concorrenza e l'eliminazione di barriere per l'accesso a buoni posti di lavoro per gli americani.

Poi c'è il rilancio del Build Back Better, il maxi pacchetto su welfare e clima impantanato in Senato a causa di due democratici moderati.

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