Zelensky-Trump in Turchia. Ma Putin scappa e resta solo

Lo Zar rifiuta il negoziato diretto a Istanbul. I due leader: "Ci saremo, venga pure lui". Telefonata Volodymyr-Leone XIV: "Lo aspetto a Kiev"

Zelensky-Trump in Turchia. Ma Putin scappa e resta solo
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Appena girate le carte in tavola il bluff è stato svelato e solo i più fervidi propagandisti possono fingere di ignorare chi sia veramente disposto ad arrivare alla pace e chi, al contrario, voglia continuare la sua guerra. Il rilancio di Zelensky, visto da Trump, ha messo all'angolo Putin che è rimasto incartato e sta cercando, al momento inutilmente, di pescare un jolly dal suo mazzo truccato. Il leader ucraino ha sparigliato le carte accettando l'offerta di Erdogan per un confronto diretto Ucraina-Russia a Istanbul. Il presidente americano ha spinto perché ciò avvenisse e ha confermato la sua presenza. Lo Zar, puntualissimo, ha rifiutato e mostrato, per l'ennesima volta, le sue reali intenzioni.

La Russia «respinge ogni ultimatum su un cessate il fuoco in Ucraina», prova a spiegare il disarmato e disarmante portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «La proposta di Vladimir Putin per negoziati diretti russo-ucraini ha il sostegno dei leader di molti Paesi compresi quelli del Brics», ha aggiunto, per poi fare una piroetta nel dire che «Mosca ha presentato la proposta di negoziati diretti tra Mosca e Kiev, secondo le quali la Russia punta a raggiungere una soluzione pacifica di lungo periodo». Ma no, a Istanbul Putin non ci sarà. Eppure, oltre all'Ucraina, con Zelensky che ha parlato con Erdogan e garantito la sua presenza nella in Turchia a prescindere da Putin, e all'Europa, anche Trump continua a spingere. «Sto pensando di volare all'incontro di Istanbul, c'è una possibilità, penso che accadranno delle cose», ha detto il tycoon prima di partire per il Medioriente per la sua visita in Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi. «L'incontro in Turchia di giovedì sarà molto importante e ne usciranno cose buone», ha aggiunto, mentre sul «niet» arrivato da Mosca, Trump non demorde. «Ho la sensazione che accetteranno. Ce l'ho. Ho questa sensazione. Vediamo cosa succederà». Stessa speranza coltivata anche da Bruxelles con la portavoce della Commissione Ue che ribadisce come «Zelensky compie passi verso la pace, ma al momento non ci sono azioni reciproche da parte della Russia».

Da Londra, dove si sono riuniti i ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo Weimar+ (Italia, Spagna, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, insieme all'Alta rappresentante Ue Kallas), arriva una dichiarazione congiunta che non lascia spazio ad ambiguità. «Finora la Russia non ha mostrato alcuna intenzione seria di voler fare progressi. Deve farlo senza indugio», sottolineando che «ci siamo impegnati a fornire all'Ucraina solide garanzie di sicurezza. Ciò include l'esplorazione della creazione di una coalizione di forze di deterrenza aeree, terrestri e marittime che possano contribuire a creare fiducia in qualsiasi pace futura e sostenere la ricostituzione». Netta anche la posizione del nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Mi auguro che Mosca riconosca la disponibilità di Zelensky a un negoziato diretto e l'impegno di tutti noi per arrivare alla pace. Tutta la responsabilità oggi è nelle mani di Putin». La risposta comune, di Europa e Stati Uniti, nel caso di confermata ritrosia da parte di Putin, è l'inasprimento ulteriore delle sanzioni nei confronti di Mosca.

Intanto, la Russia non cessa gli attacchi sulle città ucraina e Zelensky annuncia di aver invitato il neo Papa Leone XIV in Ucraina al termine di una telefonata che il leader ucraino definisce «molto calorosa e davvero significativa». «Apprezziamo molto le parole di Sua Santità sulla necessità di raggiungere una pace giusta e duratura per il nostro Paese e sulla liberazione dei prigionieri».

Mentre la Turchia ribadisce l'appello per un negoziato diretto, Zelensky rimane in attesa. Altro, al momento, non può fare. Tocca a Putin mostrare le sue carte. Un bluff annunciato che, questa volta, non potrà lasciare il resto del mondo indifferente.

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