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Zuckerberg, lite con l'Ue sulla protezione dei dati: via Facebook e Instagram

Meta minaccia di "spegnere" i social, ma se non si adegua rischia 2,8 miliardi di multa

Zuckerberg, lite con l'Ue sulla protezione dei dati: via Facebook e Instagram

Facebook e Instagram a rischio per gli utenti del Vecchio Continente. Meta è in pressing sull'Ue, e Mark Zuckerberg nel rapporto annuale della sua società alla Securities and Exchange Commission (Sec) ha lanciato l'avvertimento che starebbe valutando la chiusura dei due social in Europa se non sarà risolta la questione dei dati personali.

Le autorità di regolamentazione europee stanno attualmente elaborando una nuova legislazione che determinerà il modo in cui i dati degli utenti cittadini dell'Unione verranno trasferiti attraverso l'Atlantico. Se a Meta non verrà concessa l'opzione di trasferire, conservare e usare i dati dei suoi utenti europei sui server americani allora il colosso potrebbe essere costretto a chiudere alcune delle sue attività in Ue. «Se non verrà adottato un nuovo quadro per il trasferimento transatlantico dei dati e non saremo in grado di continuare a fare affidamento sulle clausole contrattuali standard, probabilmente non saremo in grado di poter offrire una serie dei nostri prodotti e servizi più significativi, tra cui Facebook e Instagram, in Europa», ha spiegato Facebook nel rapporto alla Sec. Precisando che ciò «influirebbe materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulle condizioni finanziarie e sui risultati delle operazioni».

Nonostante lo scenario ventilato da Zuckerberg, un portavoce di Meta (società sotto il cui cappello ci sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger), getta ora acqua sul fuoco, affermando che «non abbiamo assolutamente alcun desiderio o intenzione di ritirarci dall'Europa, ma la semplice realtà è che Meta, e molte altre aziende, fanno affidamento sui trasferimenti di dati tra Ue e Usa per operare servizi globali».

Da Bruxelles, il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha sottolineato che l'annuncio sulla possibile chiusura di Facebook e Instagram in Europa a causa della diatriba sui dati «è molto recente e non abbiamo commenti da fare al momento», tuttavia «una cosa deve essere chiara: l'Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini». Precisando che l'Ue «ovviamente tiene conto dei punti di vista espressi dagli operatori economici, ma agisce autonomamente quando deve stabilire i suoi regolamenti».

Per l'europarlamentare tedesco Axel Voss, invece, «Meta non può ricattare l'Ue facendogli rinunciare ai suoi standard di protezione dei dati. Lasciare l'Unione sarebbe una loro perdita», ha continuato su Twitter Voss, che ha scritto parte della legislazione sulla protezione dei dati.

Il cruciale accordo sulle informazioni online Privacy Shield tra Europa e Stati Uniti è stato invalidato nel luglio 2020 in una decisione della Corte di giustizia europea, la quale ha stabilito che lo standard di trasferimento dei dati non protegge adeguatamente la privacy dei cittadini europei. Le autorità dell'Unione e il governo americano stanno ancora discutendo su come risolvere il problema. Intanto, nell'agosto 2020 - come riferito dal Wall Street Journal - la Commissione per la protezione irlandese ha inviato a Facebook un ordine preliminare per interrompere il trasferimento dei dati degli utenti dall'Ue agli Usa, suggerendo che le contrattuali standard non possono essere utilizzate come base legale.

Una decisione finale dovrebbe essere adottata nella prima metà del 2022, e se le clausole non possono essere utilizzate, Facebook dovrebbe isolare la maggior parte delle informazioni che raccoglie sugli utenti europei.

Con il rischio di una multa da parte della commissione fino al 4% delle sue entrate annuali, circa 2,8 miliardi di dollari, se non la rispettasse.

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