A fine giugno, quando sono state rinnovate le cariche del movimento, i radicali hanno deliberato di avviare una campagna di mobilitazione per realizzare «lanagrafe pubblica degli eletti»: uno strumento che, nelle intenzioni, deve rendere conoscibile ai cittadini la documentazione relativa ai comportamenti istituzionali di tutti gli eletti, ad ogni livello: Parlamento, Regioni, Province, Comuni. A guidare questa iniziativa è la neoeletta segretaria di radicali italiani Antonella Casu, militante storica del Partito radicale che da anni si occupa di finanziamenti pubblici. I sindaci di tutti i Comuni e i presidenti delle Province e Regioni italiane sono stati contattati proprio in questi giorni dai radicali affinché partecipino a questa sfida considerata di «trasparenza democratica».
Cosa si intende per anagrafe degli eletti?
«È molto semplice - spiega Antonella Casu -: chiediamo che di ogni istituzione siano messi in rete il collegamento al sito istituzionale, il bilancio interno, la composizione dell'istituzione, le presenze e il comportamento di voto degli eletti, gli atti presentati in tutte le articolazioni dell'istituzione, l'iter e la conclusione ed infine gli atti adottati dalle singole articolazioni dell'istituzione. Di ogni persona eletta chiediamo che siano pubblicati i dati anagrafici, codice fiscale, gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo, la dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all'anno precedente l'elezione, degli anni in cui ricopre l'incarico e di quelli successivi, una dichiarazione da parte dell'eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni e dei benefici, il registro delle spese, comprensive di quelle per lo staff, ed infine un quadro delle presenze ai lavori e i voti espressi sugli atti adottati dall'istituzione cui appartiene. Tutti questi dati dovranno essere facilmente accessibili, così da poter essere elaborati e incrociati».
Qualcuno potrebbe definirla una iniziativa moralistica. Non le sembra che contrasti con la storia libertaria del Partito radicale?
«È proprio perché i radicali non sono mai stati moralisti che possiamo parlare di moralizzazione della politica. E la moralizzazione della politica passa anche da riforme come questa».
E secondo lei è la possibilità di controllo che può restituire al cittadino fiducia nelle istituzioni?
«Il controllo è l'essenza stessa della democrazia. Nella possibilità da parte dei cittadini di esercitare il controllo su chi li governa si compie infatti, il senso di un sistema democratico. Questa è una riforma fondamentale per restituire legalità e reale democrazia al Paese e alle sue Istituzioni. Ma non vogliamo considerare questa battaglia di proprietà dei radicali. E' una battaglia che appartiene a tutti i cittadini: coloro che sono interessati a questa proposta di riforma sono invitati a manifestarsi subito.
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