Milano Una reazione inconsulta a un semplice controllo per «schiamazzi », i poliziotti lo ammanettano e lui si affloscia a terra, senza vita. «L’avete ammazzato a botte» accusa ora la famiglia. «No, è stato un infarto » replica la questura e mostra una confezione di farmaci per cardiopatici trovati addosso al morto. In mezzo un video girato con un cellulare, molto confuso, con la vittima aggrovigliata a terra tra gli agenti e un certificato di morte che esclude lesioni sul corpo.
Così nel dubbio la Procura apre un fascicolo contro ignoti per omicidio preterintenzionale e dispone l’autopsia. Michele Ferrulli, 51 anni, vive all’estrema periferia est di Milano, in via del Turchino, tagliata dalle rotaie del tram, case popolari, una decina di stabili da cinque piani in fila come soldatini. Abita al secondo piano del civico 20, insieme alla moglie Caterina Mele e i due figli: Eustachio e Domenica che l’ha già reso nonno due volte. Sopravvive con lavori saltuari come facchino, guidando un vecchio furgone bianco. Non si può certo definire un balordo ma uno a cui piace bere e quando esagera diventa aggressivo.
Ed essendo grande e grosso fa anche un po’ paura. L’altra sera è al bar «Miniera» in via Varsavia,giusto girato l’angolo di casa. Si scola diverse birretta in compagnia di due amici romeni di 51 e 35 anni, poi il locale chiude e i tre escono a continuare la bevuta mettendo a tutta volume la radio del furgone. Alle 22 i vicini, esasperati, chiamano la polizia e di lì a poco arriva una volante. Secondo il racconto della questura, appena gli agenti scendo dalla vettura l’omone diventa una tigre, il capopattuglia chiama rinforzi, e lui parte all’attacco. Ne nasce una colluttazione. Gli agenti cercano di bloccarlo ma vista la mole, sono necessarie due manette. E in quel momento l’uomo prende a boccheggiare e cade a terra cianotico. I poliziotti fanno intervenire il 118, i medici lo portano al Policlinico di San Donato dove giunge cadavere. I famigliari ora accusano i poliziotti di averlo ammazzato di botte nominano un avvocato per la denuncia ed esibiscono un filmato girato con telefonino.
Nelle immagini si intravede, molto confusamente, l’uomo a terra, pancia in giù, con un agente sopra che sembra colpirlo con un manganello. Poi il malore, i poliziotti lo girano e lo schiaffeggiano per farlo riprendere. Il giorno dopo in questura visi tesi ma sereni. Scende il vicario Girolamo Fabiano, il questore Alessandro Marangoni è momentaneamente fuori sede. «Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia, ma non c’è stato abuso o eccesso da parte dei nostri operatori». L’uomo dunque sarebbe morto per attacco cardiaco. E lo proverebbe la scatola di Sotalex 80 che aveva addosso, un farmaco usato per abbassare la frequenza cardiaca in caso di aritmie o ipertensione. Insomma un uomo con problemi di cardiocircolatori. Aggravati anche dalla stazza, è decisamente un obeso. E le manganellate? Non se ne trova traccia, il referto di morte parla solo delle ecchimosi sui polsi lasciati dalle manette. Per il resto «il tronco non evidenza lesioni eccetto due minime escoriazioni... dorso indenne.... collo e volto indenne... abrasione cutanea minima gamba sinistra e segni sulle ginocchia come da compressione». Un po’ poco per essere stata ammazzato di botte.
Non molto emerge da passato di Ferrulli, uomo forse violento, ma non un criminale. Nel 2007 dopo aver occupato un appartamento per i figli, sempre in via del Turchino 20, venne sfrattato con la forza, rimediando una denuncia per ingiuria, minacce e resistenza a pubblico ufficiale.
A ottobre, in compagnia dell’amico romeno suo coetaneo, ha da ridire sul servizio ricevuto in un bar e sfascia il locale dopo aver insultato la titolare. A maggio aggredisce il parroco per l’omelia durante i funerali di un suo amico e gli rifila tre sonori schiaffoni tra insulti e minacce. Sempre dopo aver un po’ ecceduto con le birre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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