La poliziotta che ha lasciato la divisa per amore delle scarpe (e del marito)

Ex agente antidroga, oggi guida il calzaturificio di famiglia «Loriblu» ed è la paladina degli industriali del settore

La poliziotta che ha lasciato la divisa per amore delle scarpe (e del marito)

«A volte nella vita bisogna un po' giocarsela, sa? Non si deve permettere a un estraneo di decidere di noi, del nostro futuro in un paio di minuti, senza sapere chi siamo e cosa vogliamo veramente. Io ero andata benissimo a tutti i test, in un concorso dove c'erano state 100mila domande per 900 posti ed era il primo, nel 1984, che accettava le donne. E ora quel funzionario mi diceva che, nonostante tutto, per lui, a 25 anni (il limite di età era 26) ero già vecchia per entrare in polizia. Ero scioccata. Replicai senza troppi giri di parole che non mi sentivo affatto vecchia, che avevo legato con tutti. Comunque, sottolineai, in quel momento era lui ad avere il coltello dalla parte del manico. E stava giocando con la mia vita, con il mio avvenire, decidendo se trafiggermi o graziarmi».

Inutile dire che Annarita Pilotti, classe 1958, nata a Penna San Giovanni (Macerata), passò l'esame e fu ammessa ai corsi per poliziotti. Raggiungendo non solo quel primo, allora ambito obiettivo, ma - sempre con calma e grande determinazione, unite a un desiderio innato di fare qualcosa per la comunità - arrivando dove forse nemmeno lei, donna aperta al futuro ma semplice, avrebbe mai immaginato. Partita com'era da una pompa di benzina gestita insieme alla madre, un lavoretto in una scuola materna e un diploma delle magistrali da far fruttare diventando di ruolo prima o poi. Questa signora non molto alta, con i capelli biondi e corti, che parla con un accento marcatamente marchigiano e potrebbe sembrare solo un'elegante madre di famiglia, dall'anno scorso ricopre il ruolo di primo battagliero presidente donna di Assocalzaturifici, carica nella quale mette la stessa passione dei suoi 25 anni, lottando accanita per gli associati, per gli imprenditori. Tra la polizia e la presidenza, però Annarita Pilotti è stata ed è tuttora la signora «Loriblu», marchio di scarpe di lusso, creato dal nulla dal marito Graziano e che tra poco avrà 50 punti vendita nei posti più strategici del mondo.

Annarita Pilotti è il personaggio che sta rivoluzionando l'associazione di settore con oltre 700 imprese. Solo lei, infatti, ha chiesto la defiscalizzazione dei campionari, combatte con tutte le sue forze il mercato cinese e i suoi prezzi troppo bassi e ha chiesto al governo di ridurre i costi della categoria. Solo lei, appena insediata, ha voluto incontrare uno a uno i dipendenti di Assocalzaturifici e continua a passare in tutti gli uffici, salutando cordialmente. Solo lei ha fatto parte delle forze dell'ordine per dieci anni.

«Devo ammetterlo: ho sempre subito il fascino della divisa - ci racconta -. Mio fratello era maresciallo dei carabinieri. Lavorava nell'Antidroga, spesso in borghese. E io sognavo di fare i blitz come lui. Incredibilmente il mio sogno si sarebbe avverato: sono stata perfino la prima donna poliziotto a essere coinvolta in un'operazione antidroga».

Nel 1986, dopo le prove attitudinali, Annarita raggiunse Vicenza per affrontare il primo corso. A Penna San Giovanni lasciava cuore e malumore, anche perché nel frattempo era passata maestra di ruolo. Sua madre restava sola con l'angoscia del «posto sicuro» per la figlia e il fidanzato («uno scarparo che assomiglia a Dustin Hoffman e che m'intrigava da morire» lo definisce lei) di cui era innamorata da un anno, era contrario alla sua partenza. «Per me a Vicenza iniziò una nuova vita - racconta la Pilotti -. Eravamo 300 donne e 150 uomini. Accanto al letto c'era un comodino, che doveva essere sempre pulito come quello di un ospedale, non so se mi spiego e un armadietto. La mia giornata tipo? Sveglia alle 6.30, rifare il letto a cubo, l'alzabandiera, quindi indossare la divisa o la mimetica a seconda delle esercitazioni. Ho marciato così tanto che ho consumato completamente un paio di anfibi (oggi, in ricordo di quei tempi, li produco in strass Swarovski: un successone!). Faticavo parecchio, ma non mi davo per vinta. Per me resta un ricordo bellissimo».

Sarà stato l'entusiasmo con cui imparò a sparare con l'M12 (la mitragliatrice), l'impegno che metteva nelle lezioni di difesa personale e in quelle di judo, sta di fatto che nove mesi dopo l'agente di polizia Annarita Pilotti, concluse il corso qualificandosi tra le prime nel gruppo delle donne, 70esima a livello nazionale e prima assoluta nelle Marche. E grazie a quell'ottimo posizionamento in graduatoria, la prima destinazione fu Macerata.

Da lì Annarita venne mandata in missione per tre mesi a Palermo, a fare la scorta ai magistrati. Quindi fu destinata al commissariato di Civitanova Marche, vicino a casa. «Gli anni più belli. Feci di tutto: andai in pattuglia in «Volante», all'ufficio stranieri creai un archivio degli extracomunitari che vivevano nel territorio, i fogli di via per le prostitute e anche un'indagine antidroga». Nel frattempo lei e Graziano si erano sposati e avevano avuto tre figli, due femmine e un maschio, che ora hanno 26, 23 e 24 anni. E così venne anche il sofferto momento dell'addio alla divisa. Nel 1996, infatti, il marito, già socio del fratello, rimase solo nella sua piccola azienda di scarpe che aveva chiamato «Lori». «Graziano non mi chiese mai di abbandonare il mio lavoro. Quando si ama, però, si ama. E io non ce la feci a restare lì a guardarlo naufragare. Così ci rimboccammo le maniche insieme».

Sommersi dai debiti e dalle cambiali, per dieci anni la coppia non conobbe nemmeno un giorno di vacanza, se non le feste comandate. Annarita aveva allestito in azienda, a Porto Sant'Elpidio, una piccola cucina per mangiare con i bambini, che nel frattempo erano diventati quattro e che portava sempre con sé. E mentre il marito produceva le scarpe, Annarita si mise in luce perché sapeva vendere. Dietro la fabbrica, infatti, avevano un piccolo spaccio. Dove la Pilotti, imitando molto lo stile «Wanna Marchi», si accorse che con i clienti, soprattutto con i russi, funzionava. Qualcuno cominciò a chiamarla persino «signora Lori».

Con il passare degli anni la famiglia si rimise in piedi, Annarita e Graziano realizzarono un'altra fabbrica e poi un'altra ancora.

E adesso la «Loriblu spa», che mandano avanti con i figli, è uno spazio di 15mila metri quadrati a forma di diamante, mentre lo spaccio ne misura 1.700. Dietro a quei tacchi a stiletto o ai sandali gioiello indossati anche dalle celebrities, batte ancora però un cuore da poliziotto.

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