«Una riforma vera e propria della nostra categoria? Bisognerebbe prima mutare radicalmente la società! E abbandonare in maniera definitiva tutta una cultura basata sui serbatoi di raccomandati a favore di procedure trasparenti e forme meritocratiche, naturalmente anche a livello retributivo, che ai nostri vertici sono sconosciute. Il cittadino non sa che i grandi uffici investigativi tirano avanti con le auto di Topolino. E che molte inchieste raggiungono il successo anche grazie a pirotecniche azioni di buona volontà anche nel metter mano personalmente al portafoglio!».
Si arrabbiano e discutono ma non silludono gli uomini e le donne del Sindacato autonomo di polizia (Sap). E con loro i vigili del fuoco, i finanzieri, la polizia penitenziaria, quella ambientale e forestale, i carabinieri e molti, moltissimi cittadini, gente comune unita senza divisioni a politici locali (Silvia Ferretto, consigliere regionale di An) e nazionali (il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa, lonorevole e assessore comunale alla Sicurezza, nonchè vicesindaco Riccardo De Corato, leuroparlamentare del Pd Antonio Panzeri e il deputato azzurro Antonio Verro). Sì, per la prima volta nella storia della Repubblica cerano proprio tutti ieri in piazza a Milano per manifestare a fianco delle forze dellordine. Un serpentone umano di 16mila persone che, armate di solidarietà e fischietti, hanno raggiunto piazzale Oberdan o si sono aggregate, man mano, al corteo da viale Majno, in corso Monforte, in piazza San Babila, corso Venezia, via Senato fino a via Manzoni, raggiungendo lomonimo teatro.
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