Un poliziotto che investiga «dipingendo» dettagli

Michael Connelly è uno scrittore multiforme arrivato al successo con diversi personaggi, basta ricordare l’agente della Cia Terry McCaleb di «Debito di sangue», interpretato sul grande schermo da Clint Eastwood. Il suo personaggio più noto e che fa da filo conduttore alla maggior parte dei suoi libri è il detective del Dipartimento di Polizia di Los Angeles, Hieronymus «Harry» Bosch. Il suo nome è lo stesso del famoso pittore olandese del XV secolo, noto per la sua incredibile capacità di dipingere dettagli e di utilizzare il realismo per descrivere il soprannaturale e il sacro. Caratteristiche che in una qualche maniera si rispecchiano nel personaggio di Connelly e nel suo modo di affrontare le indagini. Nel succedersi dei numerosi romanzi, il detective Bosch che, armato di passione maniacale, adora aprire fascicoli relativi a delitti irrisolti e non molla mai i vecchi casi, deve spesso combattere anche contro l’ostilità presente all’interno del suo stesso Dipartimento.

Connelly è particolarmente attento nel delinearne le caratteristiche, a far emergere l’evoluzione psicologica del suo protagonista, al di là degli stereotipi narrativi del genere «hard boiled» dei quali lo scrittore non abusa mai. Tra i suoi titoli più noti relativi al detective Bosch ricordiamo «La memoria del topo», «Ghiaccio nero», «La bionda di cemento», «L’ombra del coyote», «Musica dura», «Lame di luce». Tutti editi in Italia da Piemme.

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