Il risparmio gestito in Italia ha superato la soglia dei 2.000 miliardi, una cifra pari al 130% circa del Pil. La raccolta è attualmente suddivisa in parti uguali tra le gestioni di portafogli individuali e quelle collettive. Esiste però un prodotto finanziario che, per certi versi, è una forma di ibrido: la polizza vita.
È un contratto con cui una compagnia assicurativa si impegna, dietro la corresponsione di un premio, a liquidare al beneficiario designato un capitale in un'unica soluzione o attraverso una rendita in seguito a un accadimento relativo alla vita dell'assicurato.Le polizze prevedono, a seconda dei casi, la liquidazione del capitale al beneficiario in caso di morte dell'assicurato o in caso di vita dello stesso; qualora alla scadenza del contratto l'assicurato sia in vita, il capitale previsto può essere versato da parte della compagnia assicurativa in un'unica soluzione o sotto forma di rendita vitalizia.
La logica della polizza vita, dunque, è quella di fornire al cliente una «scatola assicurativa» gestita da un operatore professionale che alla scadenza (o all'avverarsi dell'evento morte) restituisca il capitale maggiorato dei rendimenti ottenuti attraverso l'attività di gestione. Ma bisogna fare attenzione ai costi sottostanti. «Purtroppo - spiega Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - sempre più di frequente si verificano casi di polizze vita con costi in gran parte occulti fino al 5% su base annua, suddivisi tra commissioni di apertura del contratto che è in media l'1% e commissioni ricorrenti di sottoscrizione, gestione, riscatto e performance relative ai fondi selezionati all'interno del portafoglio, talvolta si arriva anche al 4% annuo». Altra pessima abitudine di alcune compagnie, secondo Russo, è quella «di prevedere una penale molto onerosa per il contraente in caso di riscatto anticipato della polizza. Recentemente ho esaminato un contratto che imponeva una penale del 6% su riscatti sia parziali che totali nei primi 6 anni di vita del prodotto», aggiunge l'esperto.
Che consiglia ai risparmiatori di controllare nel contratto il cosiddetto Total Expense Ratio: l'indicatore esprime, in percentuale e su base annua, il totale dei costi sottostanti l'insieme dei prodotti finanziari inseriti all'interno del portafoglio gestito.FPac
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