Roberto Bonizzi
La signora ha il caschetto biondo, indossa i guanti usati per scegliere frutta e verdura. Passa un quarto dora al banco della carne. Sotto i cartelli che gridano sconti su pollo e tacchino: 20, 30, anche 40%. Soppesa una confezione di cosce. Poi unaltra. Titubante getta lo sguardo verso i petti, strizza locchio alla fesa. Si mordicchia le unghie. No, nemmeno la fesa. Unocchiata ai polli interi. La signora, alla fine, se ne va con una confezione di costate («bovino adulto») nel cestino giallo.
Ore 12, Esselunga di via Feltre, la scena è una delle tante. Il responsabile del reparto macelleria guarda sconsolato e continua il suo giro. «Da due settimane va sempre peggio - spiega -. Il calo è del 40 per cento. Speriamo in questa novità delletichettatura, che prevede indicazioni precise su provenienza e macellazione dei volatili. Ma ho paura che non servirà neanche questa...». Nel reparto di gastronomia la vetrina con i polli allo spiedo («Cotti ogni 10 minuti») è appannata dal calore, ma i cartocci sono tutti al loro posto.
Lesperienza tra scaffali e carrelli lascia sensazioni confermate dalle associazioni di categoria. Confesercenti e Ascom ipotizzano un calo delle vendite intorno al 50%. Maurizio Rosio, presidente dellassociazione macellai, stima un prudente «35 per cento in meno. E non capisco gli italiani: i polli interi non si vendono più, mentre le porzioni vanno ancora». La paura e il (falso) allarme si allargano. È una «pandemia dansia», dicono gli esperti. «Al momento non esiste pericolo - assicura Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale -. Intanto il virus in Italia non cè. Poi è impossibile essere contagiati da un pollo morto. E anche se fosse infetto, cucinandolo a 70 gradi il contagio è impossibile».
Per ora gli unici problemi creati dal virus riguardano gli incassi del settore della macelleria: in caduta libera. «Lo vede lo scaffale di polli e tacchini? È così da stamattina, comera è rimasto - si lamenta laddetto del reparto del Pam di corso Buenos Aires -. Questa è una zona di passaggio, fino alle scorse settimane vendevamo moltissimo pollame. Ora la gente ha paura, non compra più. Speriamo passi». Lopinione è condivisa da tutti gli operatori del settore. Il responsabile del reparto macelleria del Pam di SantAmbrogio guarda al futuro. «Per recuperare il tempo perso ci vorranno un paio danni. È come unaltra sindrome da mucca pazza».
Davanti a tutti gli scaffali di macellerie e pollerie sono appesi cartelli giganti: «Qui sono in vendita solo polli italiani, controllati e certificati», con tanto di sigillo di garanzia del ministero della Salute. E in tutti i supermercati si moltiplicano gli sconti sul pollame: tra il 20 e il 50 per cento. Ribassi che tentano di resuscitare una domanda che se non è morta, poco ci manca. «Il prezzo del pollo vivo è crollato del 43 per cento arrivando a 0,56 euro al chilogrammo» è la sintesi preoccupante e preoccupata di Aldo Muraro, presidente di Una, lunione nazionale avicoltura. «Il settore è vittima di uningiustizia - prosegue Muraro -. Il pollame italiano è sicuro: linfluenza aviaria in Italia non cera e non cè».
Lo sa la signora Rosaria. Mentre tutti scelgono carne bovina, sorride e si dirige sicura allo scaffale del pollo.
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