Polo al contrattacco «Non è una cosa seria ma avanspettacolo»

Storace: la sfilata nel capoluogo lombardo è stata deprimente

da Roma

Pacs e aborto: il centrodestra contesta la doppia manifestazione di Roma e Milano e passa al contrattacco: «Cosa non seria, avanspettacolo» dice Casini della marcia pro-unioni civili organizzata nella capitale. Mentre la parola d’ordine sul corteo di Milano è «falso che si voglia rivedere la 194», condita dall’osservazione del presidente del Senato Pera per cui «l’aborto è un piccolo omicidio e dunque il problema è aiutare le donne a non farlo».
Si ribatte duro, ma c’è preoccupazione sulla volontà del centrosinistra di utilizzare i due temi in campagna elettorale, anche perchè è nitida la sensazione che l’Ulivo alzi la posta pur sapendo di barare. «Un tema così delicato come l’aborto non può e non deve essere strumentalizzato come terreno di scontro elettorale - scrivono allora oltre 20 donne, esponenti di spicco di Forza Italia (dalla Santelli alla Armosino, dalla Aprea alla Gardini, alla Bertolini) - anche perchè la 194 non è in discussione». E se Silvio Berlusconi dice di «essersi occupato d’altro», Ignazio La Russa ironizza, ipotizzando una marcia a difesa della «proprietà privata» visto che «nessuno ha intenzione di modificare la legge sull’aborto», Rocco Buttiglione, conferma e rincara: «Nessuna intenzione di togliere alle donne la libertà sull’aborto, lavoriamo solo per rafforzare quella parte della 194 che vuole aiutare le donne che non vogliono abortire». Il ministro Udc della Cultura spiega che l’aborto cresce: su 130mila, almeno un 15-20% sarebbero fatti per ragioni economiche. «Ci sono persone - osserva - che pensano che in Italia il problema sia di dare agli omosessuali la possibilità di sposarsi e c’è chi, come noi, pensa invece che il problema sia quello di sostenere uomini e donne perchè trovino una casa, un lavoro, perchè possano avere figli».
Fa discutere la manifestazione milanese («Deprimente» la trova il ministro della Sanità Storace), ma ancor più provoca strappi quella romana organizzata dall’Arcigay. Casini la bolla seccamente, ma trova anche singolare l’amarezza denunciata in proposito da Romano Prodi. «L’amarezza - dice il presidente della Camera, dopo aver scartato decisamente l’idea di affiancarsi ad una condanna di Calderoli («Queste manifestazioni di culattoni per dirla con Tremaglia, sono nauseanti...») - è una categoria dello spirito ed io sono molto solidale con chi è amareggiato, ma chi fa politica deve consentirsi una dose molto limitata di amarezza perchè se va in giro ad amareggiarsi e non partecipa e non incide, non è davvero in grado di comandare una coalizione... la verità è che la politica sui Pacs e sulla famiglia, per il centrosinistra la fa l’Arcigay e non Romano Prodi». Anche qui, nel centrodestra è alto il sospetto della strumentalizzazione. Spiega infatti il senatore Pedrizzi (An) che senza ricorrere ai «patti» civili già è possibile a leggi vigenti garantire i diritti ai conviventi: «Basta recarsi da un notaio». «La verità - interviene il capogruppo Udc alla Camera Volontè - è che le manifestazioni di oggi esprimono bene tutta la doppiezza dell’Unione che si esprime a scapito delle famiglie».

E duro resta anche il ministro Castelli col giudice Palombarini che ha deciso di partecipare alla manifestazione Arcigay dopo essersi detto disposto ad avallare le unioni di fatto tra persone dello stesso sesso: «Lui, che dovrebbe rappresentare la terzietà della Suprema Corte di Cassazione, con la sua partecipazione evidenzia la sua appartenenza alla estrema sinistra ed alla parte più sciamannata del paese.

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