da Roma
La coalizione vince e perde insieme. A rispondere a Paolo Mieli e al suo editoriale che ha segnato la discesa nellarena politica del quotidiano di via Solferino sono stati prima di tutto i partiti «preferiti» del direttore, An e Udc. Preferiti a Silvio Berlusconi, mai citato per nome nelle due colonne del fondo in prima pagina di ieri. È il primo giornale dItalia, ma con questo intervento il Corriere vuole «seminare zizzania», attacca Gianfranco Fini, e rischia di scivolare sul bagnato come fece con lappello sul referendum sulla fecondazione assistita, aggiungono i leader dellUdc. Il resto della Cdl è stupito solo in parte: il Corrierone stava già diventando abbastanza prodiano, è il pensiero di molti.
Lauspicio di Mieli che crescano An e Udc «è uno smaccato tentativo di seminare zizzania nel centrodestra - sostiene Fini - di presentarci come cavalli di troia della sinistra e di mascherare le profonde divisioni politico-programmatiche della coalizione di Prodi». La Cdl, insiste il vicepremier e ministro degli Esteri, «vince o perde tutta insieme. Non abbocchiamo allamo, memori dellantico timeo Danaos et dona ferentes».
La libertà di stampa è sacra, ma ciò che è avvenuto ieri sulla prima pagina di un «giornale indipendente» è «inconsueto», sottolinea il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. E che Mieli «indichi anche il mio partito tra quelli votabili - avverte - è solo una foglia di fico». Nel caso del referendum sulla fecondazione gli italiani non seguirono il Corriere «e speriamo che non lo seguano neanche stavolta».
Anche secondo il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione «finirà come per il referendum». Non abbocca neppure laltro esponente Udc nel governo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi: «Il Corriere si è ufficialmente affiancato allUnità per tirare acqua al mulino del centrosinistra».
«Il Corriere è libero di fare le sue scelte di cui ovviamente risponderà ai suoi elettori - chiarisce il ministro dellInterno Beppe Pisanu -. Ma avrei qualcosa da ridire sul tentativo di dividere lo schieramento di centrodestra indicando preferenze al suo interno». Per il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi leditoriale «dimostra come una certa borghesia sia da sempre disponibile a compromessi opportunistici». A questo punto Mieli «abbia il coraggio di scendere in campo direttamente», incalza il vicecoordinatore di Fi, Fabrizio Cicchitto. Nessuna sorpresa nelle parole del coordinatore azzurro, Sandro Bondi: «È una decisione di trasparenza, conseguente e coerente con il venir meno da tempo dellindipendenza del quotidiano di via Solferino».
Non sono in pochi poi a sostenere che la scelta di campo del Corsera si possa trasformare in un boomerang per lUnione: «Quella di Mieli è una mossa della disperazione - dice per esempio il ministro della Giustizia Roberto Castelli - Sono felicissimo di questo fondo. E adesso la Casa delle libertà guadagnerà elettori». Poi un excursus scaramantico: «Mieli dovrebbe sapere che questi imprimatur portano anche rogna, basta guardare lesempio di Scalfari e De Mita...».
Il sottosegretario allInterno Alfredo Mantovano ha rimpiccolito leditoriale per trasferirlo «su un volantino da distribuire in campagna elettorale», lUdc sul suo sito chiede un parere alla gente.
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