Gian Maria De Francesco
da Roma
«Massimo Brutti ha utilizzato il Copaco per calunniare e insultare il presidente del Consiglio e per svolgere in quella sede unoperazione di bassa propaganda elettorale poi trovando nel Corriere della Sera la cassa di risonanza mediatica». Il vicecoordinatore nazionale di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, non ha usato perifrasi per stigmatizzare la sortita del responsabile Giustizia dei Ds giovedì scorso in comitato.
Sortita effettuata allo scopo di denunciare al segretario generale del Cesis, Emilio Del Mese, la «campagna di aggressione politica nei confronti dellopposizione da parte di pubblici ufficiali infedeli o peggio di settori degli apparati» che, secondo Brutti, avrebbero contribuito ad avvelenare il clima delle inchieste giudiziarie su Unipol. Con un chiaro riferimento alle intercettazioni pubblicate dal Giornale e alla deposizione spontanea del premier alla Procura di Roma.
«Mai in questi cinque anni il Copaco era stato utilizzato per unoperazione di killeraggio politico di così basso livello», ha aggiunto Cicchitto, componente del comitato, ma assente così come lex ministro Maurizio Gasparri nella seduta del Brutti-show finita poi sulle pagine del quotidiano di Via Solferino. Il vicecoordinatore di Forza Italia ha poi precisato che «non risulta in alcuna sede che il presidente del Consiglio abbia sviluppato alcuna attività parainvestigativa di alcun tipo, come dice mentendo Brutti, e tantomeno che i nostri servizi siano stati coinvolti in attività meno che corrette».
Cicchitto ha inoltre puntualizzato che liniziativa «risponde solo ai meccanismi comunicativi della strategia di Goebbels» evocati dal segretario Ds Fassino e, per la sede scelta, ha implicato la rottura di un accordo istituzionale bipartisan. «Le minacce rivolte agli operatori dei servizi - ha concluso - sono linquietante testimonianza di ciò che fermenta in quei bassifondi della sinistra, solitamente impegnata nelle operazioni di diffamazione e aggressione poliziesca». Per lesponente di Forza Italia «langoscia e il nervosismo dei Ds a causa del caso Unipol li porta a venir meno anche alle più elementari norme di correttezza del comportamento parlamentare». Bisogna infatti ricordare che larticolo 11 della legge di riordino dei servizi segreti vincola al segreto di Stato i componenti del Copaco. La divulgazione al Corriere dei contenuti della seduta, terminata alle 16 di giovedì scorso, ha impedito agli altri parlamentari di intervenire sollecitamente su quella che ambienti di maggioranza definiscono unoperazione di disinformatija.
«Il senatore Brutti - ha dichiarato lex ministro Maurizio Gasparri, vicepresidente del Copaco - ha utilizzato un delicato organo istituzionale per una bieca operazione di propaganda». Il fatto, secondo Gasparri, è di una gravità sconcertante. «Calunniare senza argomenti concreti è il tipico atteggiamento di una sinistra stalinista», ha ribadito. Il sottosegretario allInterno, Alfredo Mantovano (An), ha invece invitato Brutti a rivolgersi alla Procura della Repubblica. «È una delle conferme - ha detto - che nella vicenda che li coinvolge i Ds hanno perso non solo la faccia, ma anche la testa».
Il sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli si è interrogata sull«inutile polverone» sollevato dai Ds.
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