Una poltrona per 4. Ma in pole c’è Allegri

Milano Due ore a discutere, nel dettaglio, dei piani del Milan, faccia a faccia con Adriano Galliani, e il resto della serata dedicata, da compito padrone di casa, agli ospiti, gli sponsor del club rossonero riuniti da Infront, il nuovo colosso che si occuperà di vendere il marchio all’estero e in particolare sul mercato cinese. Eppure sono stati i tifosi del Milan il pensiero costante di Berlusconi. Rinviata a una prossima occasione l’intervista su Milan Channel, il canale tematico utilizzato in passato per annunci di acquisti importanti: diventerà una sorta di appuntamento fisso nell’agenda del premier, «per avere un rapporto diretto e continuo con il popolo rossonero» la spiegazione fornita, ed evitare perciò il cortocircuito più recente, finito con incomprensioni e striscioni polemici pubblicati la sera di Milan-Juventus, l’ultima del campionato. Una serata dedicata al Milan, allora, per confermare una vecchia idea («Non c’è in circolazione nessuno in grado di acquistare il club e garantirgli una carriera altrettanto luminosa») che è la premessa ad un altro solenne impegno («non venderò il Milan al primo che passa») preso in modo pubblico per allontanare dal dibattito voci, boatos e indiscrezioni inattendibili fioriti continuamente su questo versante. Anche in materia di risorse economiche messe a disposizione del Milan, Berlusconi ha in tasca un foglietto con annotate, le cifre delle spese degli ultimi cinque anni. «Siamo a una media di 54 milioni a stagione» manda a dire come risposta nei confronti di chi l’accusa d’aver chiuso, a doppia mandata, la borsa.
Sempre agli ospiti del Milan ha dedicato, durante la cena, un siparietto molto apprezzato: microfono in pugno ha preso a cantare il suo repertorio francese in cambio della promessa di ricevere dagli sponsor un incremento del 15% degli investimenti. «Chi non è d’accordo alzi la mano» la domanda rivolta alla platea: nessun contrario. Da qui la battuta a Galliani: «Adriano, prendi nota». Come si capisce al volo è stato un Berlusconi tutt’altro che in disarmo, in grande forma, a dispetto del mal di gola, e molto interessato a definire i connotati della prossima stagione, oltre che a confermare l’unico elemento di dissenso con Leonardo («volevo che Ronaldinho giocasse dietro le punte e non lateralmente»). Per scolpire la sagoma del prossimo allenatore, i due, Berlusconi e Galliani, si son dati appuntamento in Sardegna nel prossimo fine settimana. Sarà l’incontro decisivo per dare l’annuncio. Da via Turati hanno fatto sapere che il quartetto dei favoriti è costituito dal livornese Massimiliano Allegri, l’ex Billy Costacurta, più la coppia collaudata che ha portato la primavera al successo in coppa Italia Galli-Stroppa. In pole position è fermo da tempo Allegri: è giovane e ambizioso, ha avuto una brevissima esperienza in tournée con Capello, è riuscito a far giocare bene il Cagliari. «E vincere rispettando gli avversari è uno dei nostri primi comandamenti» ha ricordato Berlusconi. C’è da superare un piccolo ostacolo burocratico: Allegri è sotto contratto con il Cagliari. E Cellino, che deve liberarlo, ha già l’acquolina in bocca: vorrebbe infatti monetizzare il nulla osta chiedendo in cambio il riscatto del difensore centrale Astori destinato a rientrare a Milanello.
L’annuncio di martedì sera («se c’è un Ronaldo da comprare, non mi tiro indietro») ha promosso una corsa sfrenata alle illazioni e ai sogni dei tifosi rossoneri. Tra questo il più gettonato prevederebbe il reclutamento di Ibrahimovic che al Barcellona ha consumato molte delusioni. È impraticabile l’acquisto eventuale di Ibrahimovic, nonostante gli eccellenti rapporti con Raiola, per le dimensioni economiche non dell’affare stesso ma dello stipendio reclamato dallo svedese (10 milioni netti l’anno, che al club costano, tasse incluse, esattamente il doppio).

Piuttosto, nell’elenco dei big esclusi da ogni possibile cessione, Galliani non ha incluso Huntelaar. Non è una dimenticanza. La sua cessione avrebbe la seguente spiegazione: far rientrare da Parma Alberto Paloschi e conservare per un altro anno Filippo Inzaghi tra i ranghi.

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