Una poltrona per due, quei medici in guerra dal 2006

MilanoEntrambi sono medici, entrambi lavorano al Policlinico, entrambi avevano partecipato al concorso per la copertura di «un posto di professore ordinario per il settore scientifico - disciplinare Med/18 Chirurgia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano». Era giugno 2006. A tutt’oggi, gennaio 2010, si contendono ancora quel posto. Quattro anni, tre sentenze di annullamento del concorso del Tar di Milano e due del Consiglio di Stato non sono bastate per assegnare la cattedra a lei, Luisa Berardinelli.
Un approfondimento di qua e un accertamento di là e la commissione universitaria assegna sempre il posto a lui, Ettore Contessini Avesani. Tanto che ora nell’ultima sentenza datata 22 dicembre il Tar precisa: «A seguito di questo ennesimo annullamento giurisdizionale, il terzo nel volgere di meno di tre anni, sarà compito e preciso dovere dell’amministrazione (universitaria, ndr) valutare approfonditamente come conformare la propria successiva attività amministrativa: se procedere con la stessa Commissione o nominarne una nuova ovvero provvedere motivatamente ad un più generale riesame dell’intera vicenda concorsuale». I candidati per quel posto erano undici. Al termine delle prove la commissione aveva individuato «previa valutazione comparativa» due nominativi idonei uno per professore associato e uno per professore ordinario. Il posto di professore associato, mai contestato, va a Bruno Andreoni, quello di professore ordinario a Contessini. E qui comincia la battaglia in Tribunale. La professoressa Luisa Berardinelli infatti si rivolge al Tar, chiedendo l’annullamento del concorso. E il tribunale le dà ragione. «Nel caso di specie non c’è stata alcuna concreta valutazione comparativa - scrivono i giudici nella sentenza 2346 del 2007 -. Risulta infatti dai verbali che la Commissione abbia identificato i due idonei senza dar conto specificamente del perché abbia preferito questi tra i candidati». La commissione (la stessa) si riunisce e comparando le attività dell’uno e dell’altra definisce «troppo settoriali» le competenze della Berardinelli e assegna di nuovo la cattedra a Contessini Avesani. Altro ricorso al Tar, altra richiesta di annullamento che viene accolto con sentenza 1795 del 2008. Ma non è finita. La commissione si riunisce e per la terza volta reputa più idoneo il professor Contessini Avesani. L’altra non si arrende e propone il terzo ricorso nel quale la commissione annullando l’assegnazione della cattedra scrive nelle motivazioni: «Vi è una discrepanza tra i primi giudizi e quello finale nella valutazione degli stessi elementi, che rivela uno sviluppo non coerente fra le diverse fasi della procedura concorsuale, quasi a suggerire l’idea di una Commissione che, nel corso del procedimento, sia ritornata contraddittoriamente sulle proprie originarie valutazioni, cercando di depotenziare il giudizio di ottimo riconosciuto all’attività scientifica della ricorrente (Berardinelli, ndr)». «Non voglio fare illazioni - ha commentato il legale di Luisa Berardinelli, Stefano Nespor insieme con i colleghi Ada De Cesaris e Federico Boezio -, ma se ora non assegnano la cattedra alla mia assistita sono deciso ad andare in penale.

Alle prime due sentenze del Tar sono seguite anche quelle del Consiglio di Stato che ci hanno dato ragione. Nel frattempo sono passati cinque anni, chi ripaga i danni subiti dalla mia assistita per non aver potuto svolgere il lavoro che le spettava?».

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