La poltrona di Tabacci fa traballare il tavolo

Milano non deve aspettare ancora molto. Entro venerdì il neosindaco Giuliano Pisapia dovrebbe dare i nomi della squadra di governo. È in agenda per oggi o domani l’incontro con la coalizione per fare il punto, dopo un week end di riflessione. Chi lo conosce bene assicura che sotto l’apparenza mite e gentile si cela un uomo di acciaio: come dire nel braccio di ferro con i partiti la spunterà la «forza gentile» di Giuliano. E se c’è chi, vista la mala parata, nel Pd ha scelto la linea morbida al grido di elasticità, la lista Sinistra per Pisapia opta per la linea dura. A dividere la sinistra prima ancora che i giochi siano fatti è il nome del terzopolista Bruno Tabacci possibile assessore al Bilancio.
Una politica navigata come Marilena Adamo, senatrice del Pd, assessore all’Educazione dall’87 al ’90, poi capoogruppo in Regione, accoglie con favore la new entry: «Tabacci assessore? È la persona giusta al posto giusto. Sarebbe una buona cosa perché mette insieme tre obiettivi: indiscusse competenze tecniche, figura di garanzia per un incarico così delicato, fuori dalle logiche partitiche». Un’apertura che piace anche al segretario regionale del Pd Maurizio Martina, con un «ma»: bene l’Api in una giunta di centrosinistra, ma solo a Milano. «Fa bene Pisapia a cercare di comporre una squadra che abbia il fisico adatto alla città - commenta -. La figura di Tabacci incrocia il bisogno di apertura con quello delle competenze. Spero che la cosa vada in porto». Si tratta comunque di una scelta «che sta dentro le vicende milanesi e i rapporti del sindaco» anche se per la sua importanza «Milano deve anche dare un segnale al Paese». Favorevole con riserve il coordinatore cittadino di Sel, storico portavoce del Leoncavallo Daniele Farina: «Il sindaco in autonomia sta scegliendo il meglio del meglio che c’è in circolazione per un incarico delicato come quello del bilancio lasciato dalla Moratti con un buco di 350 milioni. Professionista prestato alla politica sarebbe ottimo per l’incarico - continua Farina - ma la concorrenza è spietata: ci sono figure di rilievo internazionale che hanno dato la disponibilità a collaborare con noi». Farina poi si avviluppa in un doppio salto mortale: «Sì a Tabacci in giunta, ma senza allargare la maggioranza».
Categorico il duro e puro Basilio Rizzo, capolista di Sinistra per Pisapia: «Tabacci in giunta non è nell’orizzonte delle possibilità. O si segue il manuale Cencelli e qualcuno mi deve spiegare in che quota è Tabacci, oppure c’è libertà assoluta. Ma, ripeto, Tabacci non è nell’orizzonte delle possibilità».
Il diretto interessato non conferma e non smentisce: «Aspettiamo. Quello che penso si sa - dice alludendo al discorso fatto al circolo de Amicis per l’ultima riunione del Gruppo dei 51 di Bassetti, quando si lanciò in un appassionato endorsement pro Pisapia - l’applauso e l’ovazione che ho ricevuto in risposta sono sintomatici della sintonia che ho con il movimento». Milano laboratorio politico sembra diventare la panacea per tutti i mali. «Ne ho parlato con Rutelli? Parlo con Rutelli tutti i giorni, ma non ho bisogno dell’autorizzazione di nessuno». Ecco allora che Milano potrebbe vedere in giunta un assessore del Terzo Polo a prescindere dai grandi accordi e dalle manovre romane. Casini contrario all’alleanza con Sel? «Questa è una prova di collaborazione, la dimostrazione del concetto del lodo Macerata - spiega l’ex presidente della Lombardia -: il presidente della Provincia è dell’Udc, è stato tenuto a battesimo dal Terzo Polo con l’appoggio di Pd e Sel». Come dire tutto vale.
Unica clausola per Tabacci ma non solo, le dimissioni da parlamentare: nella nuova giunta non sono ammessi doppi incarichi.

Per quanto riguarda gli altri assessorati nel Pd c’è chi spinge per i giovani: Maria Grazia Guida - al di là delle preferenze ottenute («solo» 967 voti), è sempre in pole per la poltrona di vicesindaco, da valorizzare anche Pierfrancesco Majorino, Francesca Balzani, Stefano Boeri e Pierfrancesco Maran.

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