Poltrone d’oro: non corriamo alle conclusioni

Ed ecco che monta lo scandalo delle assunzioni e delle consulenze di Palazzo Marino, sul quale non siamo stati certo né silenziosi, né compiacenti. E però ora si sta esagerando. È incredibile l’accusa di abuso d’ufficio alla Moratti. Ammettiamo, per mera ipotesi, che il sindaco abbia sbagliato (90 contratti extra sono certo molti), ma ce ne corre dall’indagarla. Non guasterebbe un po’ di moderazione.
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Perdinci, perché nessuno fa più il proprio mestiere? Che c’entra, per esempio, il bravo cantante Celentano con la politica? È già molto che se ne occupino comici come Grillo e Benigni (quest’ultimo, peraltro, s’è rivelato bravissimo come attore e non si capisce perché voglia essere a tutti i costi uomo di parte).
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Fu Mario Talamona, allora assessore al Bilancio, ad accendere l’operazione finanziaria detta «dei derivati», tutt’altro che da buttar via, com’è ormai dimostrato. Eccellente economista e gran galantuomo, la memoria del professor Talamona merita molto rispetto.
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La cacciata dell’assessore Carla De Albertis non è un bel capitolo della politica di Palazzo Marino.

Non c’era modo diverso per affrontare il dissenso di una forse troppo vivace ma non ipocrita signora?
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Considero intelligenti talune provocazioni del fotografo Oliviero Toscani. La sua ultima, però, mi pare solo una volgarità. Firmare su una maglietta la scritta «È Natale? Scopiamo?» è offendere la nobiltà e la poesia del sesso.

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