Polveroni mediatici

di Salvatore Scarpino

Lo scandalo del calcio scommesse è così mieloso da attirare un buon numero di pubblici ministeri, che amano i polveroni, le inchieste interminabili che coinvolgono personaggi di spicco. Il miele della visibilità mediatica e della possibilità di colpire il popolare immaginario collettivo non sono richiami da trascurare.
Pattuglie di magistrati si muovono con una precisa strategia, spostandosi da Nord a Sud, senza ignorare il Centro e soprattutto senza ignorare le squadre che ogni domenica attirano migliaia e migliaia di italiani, con riti ormai consolidati e funzionali.
Il calcio è una gran cosa non può essere trascurato perché ogni notizia che lo riguarda tocca le viscere di tanti cittadini.
Certi magistrati sanno dove bussare per ottenere visibilità e prime pagine di giornali e servizi di telegiornali.
Queste inchieste che finora sembrano basate sull'aria fritta hanno il potere di offrire subito una ribalta illuminata dai riflettori. Sia chiaro non tutti i personaggi tirati in ballo soprattutto dall'invadenza mediatica stanno al gioco: Totti, altri campioni, presidenti di società e dirigenti della Lega minacciano azioni legali. Ma siamo sinceri: quali possibilità di successo hanno simili azioni nei confronti di magistrati nell'esercizio delle loro funzioni? Siamo indifesi, anche quelli che non facciamo i calciatori e che non abbiamo mai scommesso su una partita.
A questo punto è doveroso citare alcuni comportamenti abnormi di taluni pubblici ministeri. Il pm Lepore ha sollevato un bel po' di polvere, poi ha rilasciato un’intervista radiofonica in cui dice di esser certo che il Napoli non è implicato nello scandalo.
Scusate: parlava il pubblico ministero o un tifoso.
Queste sfumature possono interessare giuristi consumati, ma terrorizzano tanti cittadini: primo) perché è stato violato il dovere di riservatezza; secondo) perché il magistrato trascinato da platee di fan è venuto meno all'obbligo di non anticipare giudizi.
Ma che cos'è la riservatezza in questi tempi in cui il circo mediatico impazza e impone i suoi domatori, che hanno di fronte leoni remissivi e sdentati.
Lepore non è il solo a far paura: c'è anche il pm che dopo aver ascoltato il presunto super-teste di Cremona ha affermato di non avere prove, ma di avere la sensazione che lo scandalo potesse estendersi anche a 5 società di serie A.
Capite: la sensazione, magari un pizzicorino al naso o un prurito persistente al braccio destro.
C'è da essere terrorizzati, siamo esposti non alle denunce motivate o alle prove indiscutibili, ma alle sensazioni.
E poi c'è il magistrato Narducci, già signore di Calciopoli, che dopo aver sollecitato per gli imputati condanne esemplari, anzi durissime, ha deciso di appendere la toga al chiodo per fare l'assessore col sindaco De Magistris, già lambito dalla gloria di inchieste lunghissime e inconcludenti.


La sua domanda di aspettativa è stata accolta dal Csm con tempestività sconvolgente: ciò significa che quando certi magistrati scelgono il canale giusto, a sinistra, per togliersi lo sfizio della politica non trovano intoppi.
L'impressione è che la nuova versione del calcio scommesse sia nutrita da scarsi elementi corroboranti, ma certi pubblici ministeri hanno sempre ragione anche quando hanno torto marcio.

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