Roma - Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma per il reato di omicidio. Simonetta Cesaroni fu uccisa con 27 coltellate a Roma nell’ufficio di via Poma dove lavorava 17 anni fa: era il 7 agosto 1990. L'atto dopo che i Ris hanno depositato la perizia sugli abiti della giovane donna ritrovati dagli investigatori dopo molto tempo. Stando alle conclusioni del Ris, sembra confermato quanto reso noto mesi fa quando si disse che la saliva individuata sul corpetto che indossava Simonetta Cesaroni apparteneva a Busco, fidanzato all’epoca della ragazza.
Il corpetto L’analisi del corpetto è stata fatta dal colonnello Luciano Garofano, comandante del Ris, e consulente del procuratore aggiunto Italo Ormanni e del pm Roberto Cavallone, titolari del fascicolo sull’omicidio Cesaroni.
Le altre piste investigative, come le tracce ematiche trovate nei lavatoi del palazzo di via Carlo Poma, nel quartiere Prati a Roma, non hanno dato alcun esito. Ora l’attività investigativa si concentrerà sulla verificare di alcuni alibi, tra cui quello dello stesso Busco. Altre prove L’elemento da solo, però, non è sufficiente per sostenere in un eventuale dibattimento l’accusa di omicidio, ma deve essere supportato da altre, più sostanziose, prove. Le tecniche scientifiche di oggi, per quanto sofisticate e aggiornate, non sono in grado di stabilire a quando risale quella traccia di saliva anche perché lo stesso Busco, interrogato all’epoca dalla polizia, non nascose il fatto di aver incontrato Simonetta il giorno prima della sua morte. "La consulenza è comunque un primo passo di questa difficile indagine", fanno sapere in procura. La cautela, quindi, è d’obbligo.
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