Ponzellini e l’ex vertice di Bpm sotto inchiesta per truffa

Ponzellini e l’ex vertice di Bpm sotto inchiesta per truffa

MilanoIl grande affare, secondo la Procura di Milano, l’avrebbe fatto Bpm. Un bond da 400 milioni di euro collocato nell’autunno del 2009 da Banca popolare di Milano, un «prestito convertendo» venduto come sicuro ai risparmiatori. In realtà, un prodotto ad alto rischio. Per questo, gli ex vertici dell’istituto sono finiti sotto inchiesta con l’accusa di truffa: l’ex presidente Massimo Ponzellini, i due ex dg Enzo Chiesa e Fiorenzo Dalu, e Ivano Venturini, già responsabile della funzione compliance.
Cinquemila - stando alla ricostruzione dei pm e della Guardia di finanza - le persone che hanno sottoscritto il prodotto finanziario, l’85-90% delle quali avevano un profilo «prudente». Dunque, circa in 4mila sarebbero stati truffati. Molti gli anziani, clienti storici della banca che cercavano un investimento sicuro. Pochi, invece, gli speculatori consapevoli del rischio. Nel bond sono state investiti tra i 10mila e i 200mila euro. Secondo l’accusa, i clienti Bpm non sarebbero stati messi al corrente della vera natura del prodotto finanziario e - anzi - i dipendenti della banca avrebbero modificato il profilo di rischio dei clienti per renderlo idoneo all’acquisto del convertendo, e spinto per piazzare l’obbligazione a correntisti inconsapevoli di avere a che fare con «titoli complessi e illiquidi», come li ha definiti la Consob.

Una prassi che era costata a Chiesa, Dalu e Venturini una multa complessiva di 377mila euro. La Procura, ora, fa un passo in avanti: ipotizzando che il collocamento spregiudicato del bond sia figlio di una precisa direttiva arrivata dai vecchi vertici di Bpm.

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