Economia

Pop Intra, i sindaci: «Danni per 68 milioni»

Nel mirino l’ex dg Brumana. E a metà maggio il gruppo sceglie con chi sposarsi

da Milano

Banca Popolare di Intra arriva alla resa dei conti sul crac della Finpart. Dopo il cda, anche il collegio sindacale ha infatti avviato un’azione di responsabilità contro l’ex direttore generale Giovanni Brumana conteggiando 68,57 milioni di danni. L’iniziativa emerge dal bilancio dell’istituto piemontese, da mesi impegnato a trovare un compagno di viaggio in grado di fare fronte ai severi accantonamenti predisposti dal vicepresidente Ernesto Paolillo per salvare il gruppo dal fallimento della galassia di Gianluigi Facchini. Il matrimonio dovrebbe essere annunciato tra il 15 e il 20 maggio, quando l’advisor Mediobanca avrà terminato il lavoro di comparazione delle quattro offerte rimaste in gara dopo la compilazione della short list da parte del Cda.
Avvantaggiata in questo momento appare la proposta avanzata dalla Popolare di Vicenza che, oltre a mettere sul tavolo un’Opa generosa, sarebbe disposta a fare posto nel proprio vertice agli uomini di Intra. La partita tuttavia rimane aperta, anche perché il presidente Cesare Ponti sembra propendere per Veneto Banca. Più defilati, invece, appaiono il Credito Valtellinese e Popolare di Verona, le cui dimensioni apparirebbero soverchianti rispetto ai desideri di Intra di preservare almeno una parziale libertà di manovra.
L’ultima parola sull’azione contro Brumana, adottata all’unanimità dai sindaci (è il primo caso dopo l’entrata in vigore della legge sul Risparmio), spetterà all’assemblea dei soci che a fine mese sarà anche chiamata ad approvare i conti 2005. Il bilancio è stato certificato da Ernst & Young insieme alla segnalazione che Facchini ha a sua volta chiesto alla banca 150 milioni di danni per poi proporre una via di uscita concordata.
L’iniziativa contro Brumana, indagato per appropriazione indebita e false comunicazioni sociali, muove dal fatto che l’ex top manager avrebbe agito «in violazione» ai propri poteri concedendo «illeggittimamente» prestiti a terzi.

Sotto i riflettori, in particolare, l’impegno nell’autunno 2002 per il consorzio di garanzia nell’aumento di capitale della Finpart, nel quale Intra è intervenuta con una quota di rischio per 41,045 milioni.

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