Pop Intra, Vicenza stringe sulle nozze

Al vaglio del cda un’offerta in contanti ma i soci potranno ottenere titoli. Le altre pretendenti, Paolillo e la «garanzia» Mediobanca

Massimo Restelli

Paolo Stefanato

da Milano

La Popolare di Vicenza è pronta a conquistare Intra con un’offerta «amichevole» tutta in contanti. La corsa è ancora aperta, ma la banca presieduta da Gianni Zonin sta mettendo a punto gli ultimi dettagli del progetto di espansione in Piemonte. Ieri un consiglio straordinario (assente lo stesso Zonin, impegnato negli Stati Uniti) ha discusso un primo canovaccio d’offerta; all’inizio della prossima settimana il varo definitivo.
Lo schema, secondo quanto ha potuto ricostruire il Giornale grazie a fonti vicine al dossier, sarà il seguente: Vicenza proporrà un’offerta interamente in contanti a un prezzo che valorizzerà significativamente l’azione (13,3 euro ieri in Borsa). In parallelo ai soci della Intra sarà data la possibilità di reinvestire fino alla metà di quanto incassato in azioni della stessa Vicenza, che provvederebbe a un aumento di capitale a essi riservato.
Uno modello, attento alla base azionaria, già utilizzato negli anni scorsi da Zonin per sviluppare la sua banca. Intra - secondo le indicazioni provenienti da Vicenza - manterrà ampia autonomia, la propria sede storica, la direzione e il marchio così come vedrebbe alcuni consiglieri entrare nel vertice della Vicenza. Non quindi un progetto di alleanza industriale ma un’acquisizione; alla quale Vicenza non vede alternative. Anzi l’offerta in contanti con parziale opzione di scambio (l’alternativa è la fusione carta contro carta) si propone di tenere in conto le aspettative dei singoli soci.
L’offerta appare dunque conforme allo spirito delle Popolari, ma molto dipenderà dalle controproposte che formuleranno gli altri gruppi potenzialmente interessati all’acquisizione: da Bipiemme a Popolare Emilia Romagna, da Veneto Banca al Creval fino alla Popolare di Verona. Soggetti cui il vicepresidente della Popolare di Intra Ernesto Paolillo ha chiesto di formalizzare le offerte entro lunedì. La parola passerà quindi al board di Intra per un esame preliminare ma, vista la difficoltà a comparare piani industriali diversi e la «congruità» di rapporto tra azioni quotate e non quotate, è probabile che Paolillo chieda l’aiuto di un advisor: quasi certamente Mediobanca.
Un percorso di «garanzia» che nell’arco di un paio di settimane porterebbe a illustrare la rosa dei pretendenti a Bankitalia, cui spetta l’ultima parola.

Zonin, che ha incontrato Paolillo, muove con la sicurezza dell’ultimo aumento di capitale da 500 milioni ma non tutti a Intra hanno accolto con favore la manovra che ha portato Vicenza a rastrellare il 4,9% di un gruppo che, superata la crisi Finpart, ha bisogno di patrimonio (S&P ha messo sotto osservazione i conti) ma vanta una ramificata presenza sul territorio.

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